Dopo l’assemblea del 19 giugno, nella quale il dottor Roberto Savazza, direttore generale del «Carlo Poma» di Mantova propose una fondazione mista (a guida pubblica, ma con contributi privati) per risollevare le sorti dell’ospedale San Pellegrino di Castiglione, e l’atto di nascita della fondazione stessa, sancito il 10 agosto dalla Giunta regionale, che approvò il piano di fattibilità proposto dall’azienda ospedaliera, il Comitato per la salvaguardia dei servizi sanitari dell’alto mantovano torna a far discutere. In un incontro i coordinatori hanno chiamato a raccolta i sindaci dell’alto mantovano, per ribadire «l’interesse sovracomunale» delle vicende che riguardano l’ospedale castiglionese. Al dibattito erano presenti il sindaco Fabrizio Paganella, i colleghi di Guidizzolo (Carlo Maccari), Medole (Battista Ruzzenenti), Ponti (Giorgio Rebuschi), il presidente della Provincia di Mantova Maurizio Fontanili e l’assessore ai Servizi sociali di Castiglione Daniele Fontanesi. L’intento dei promotori «era quello di coinvolgere i sindaci del territorio nella partecipazione attiva alla costituenda fondazione di partecipazione per il presidio ospedaliero di Castiglione»; il comitato ritiene infatti «che la più ampia partecipazione di figure ed enti pubblici, a partire dai comuni, sia la premessa indispensabile per garantire che la futura gestione dell’ospedale conservi le caratteristiche e le finalità di ospedale pubblico. «I sindaci presenti al dibattito – proseguono i coordinatori del comitato – hanno mostrato piena disponibilità a un coinvolgimento diretto nella fondazione, con la condizione che tale coinvolgimento deve basarsi sulla chiarezza di un ruolo fattivo, come pure l’impegno del sindaco di Castiglione a farsene promotore». Chiamata in causa anche la Provincia di Mantova: il presidente Fontanili ha espresso piena sintonia con le rivendicazioni del comitato, che lo invita «a svolgere un ruolo di garante affinché le trasformazioni in atto in gran parte della realtà ospedaliera mantovana non si traducano in un indebolimento ulteriore della realtà ospedaliera pubblica dell’intera provincia».
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Gestione mista per l’ospedale: i Comuni pronti a impegnarsi