martedì, Aprile 30, 2024
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Anche Riva, Arco, Torbole e Molina alla firma ieri del documento. Il ministro: «Tavolo mensile, farò come a Caserta contro i Casalesi»

Garda sicuro, firmato il Patto Maroni

A Villa Carlotti di Garda, sulla sponda veronese del lago, ieri pomeriggio c’era il ministro dell’interno Roberto Maroni. E c’erano le autorità amministrative delle tre sponde benacensi, con il commissario del governo di Trento Mazza, l’assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami, l’assessore Marino per Riva, l’assessore Jörg per Arco, il sindaco di Torbole Bertolini e il sindaco di Molina di Ledro Brighenti. Pompa magna, insomma, per la firma dell’ambizioso – anche velleitario – «Patto per la sicurezza dell’area del lago di Garda», fortemente voluto dal ministro leghista. Pochi giorni fa, non a caso, analogo patto è stato firmato per Venezia. Il documento siglato ieri – sottoscritto da 26 Comuni e dalla Comunità del Garda, che lo accoglie con soddisfazione – è significativo più che altro per la volontà di collegare davvero le tre sponde del lago nella gestione di tutti i problemi legati alla sicurezza. Molti gli obiettivi sanciti dal patto, che peraltro non prevede specifici finanziamenti statali e nemmeno tiene più di tanto conto della riserva di competenze della provincia autonoma di Trento in tanti settori amministrativi. La dozzina di pagine del patto firmato ieri contengono comunque alcuni spunti interessanti. 1) C’è l’impegno dei Prefetti a interessare gli omologhi delle vicine province ogni volta che si affronteranno criticità «di particolare estensione e/o intensità». 2) Si prevede il coordinamento dei servizi di pronto intervento e soccorso sul lago, ribadito peraltro il ruolo del comando provinciale dei vigili del fuoco di Trento per quanto riguarda la sponda nostrana. 3) Si scrive che «potranno essere avviate iniziative comuni di prevenzione e contrasto per aumentare il livello di sicurezza, (..) in particolare in tema di prostituzione, commercio ambulante abusivo, immigrazione clandestina, lavoratori clandestini, incidentalità stradale, stragi del sabato sera, devianza giovanile, criminalità diffusa». In estate si conta – non è ben chiaro come – di intensificare i servizi di vigilanza. 4) Per evitare proprio le disgrazie del sabato sera, il patto «valuta la possibilità di una contemporanea predisposizione di controlli su strada nei fine settimana. Si valuterà l’opportunità di un’uniforme disciplina dell’orario di chiusura dei locali notturni nelle tre province, onde evitare i pericolosi trasferimenti dei giovani da una zona all’altra del Garda. 5) Potrà essere previsto il potenziamento degli impianti di videosorveglianza nelle aree ritenute più sensibili, anche per leggere le targhe degli autoveicoli a beneficio delle forze di polizia. 6) Viene istituita la Conferenza interregionale dei servizi per l’area omogenea del lago di Garda, che si riunirà una volta all’anno convocata dai prefetti. Per Maroni si adotta lo stesso metodo usato per combattere i Casalesi a Caserta, con verifiche mensili sul campo guidate dal ministro. Un altro «tavolo» tra mille di provata inutilità? Questo si dovrà misurare nel tempo.

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