lunedì, Aprile 29, 2024
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Tre disegni spariti dalla Civica raccolta nel 2001 sono stati recuperati dai carabinieri in casa di privati. Due persone denunciate per ricettazione. Valore: 25mila euro

I quadri rubati tornano a casa

Tre opere d’arte, sparite nel 2001 dalla Civica raccolta del disegno di Salò, sono state ritrovate dai carabinieri della stazione di Toscolano Maderno, guidati da Vincenzo Andaloro, in collaborazione con il Nucleo radiomobile della compagnia che controlla il territorio del medio-alto lago e della Valle Sabbia, diretta dal luogotenente Alfredo Negro. E ieri mattina le hanno restituite al sindaco Giampietro Cipani. Il solo «Nudino maschile» di Filippo De Pisis del 1930, dimensioni 27 x 16,4 centimetri, una china acquarellata su carta, vale circa 15 mila euro. Inferiore, invece, la quotazione di «Uomo e cane» un carboncino di Franco Francese, 48,2 x 34,5, epoca ’58, e di «Pace con arco», pennarello su carta di Vittoriano Viganò, dell’87, misura 29,6 x 21. Valutazione complessiva delle tre opere: una cinquantina di milioni di vecchie lire.I carabinieri hanno denunciato alla magistratura per ricettazione due persone, di cui non sono state fornite le generalità: uno è un collezionista, l’altro un antiquario. Risiedono sul lago, rispettivamente a Salò e a Desenzano. Uno dei due aveva dei precedenti, e un po’ alla volta le attenzioni si sono rivolte verso di lui. «Abbiamo lavorato di fioretto –spiega Negro -. L’ambiente è particolare, e bisogna agire in punta di piedi». Il furto era stato denunciato nell’agosto 2001 da Flavio Casali, dirigente dei servizi socio culturali del municipio, e da Marcello Riccioni, il curatore che, nel redigere il catalogo, aveva scoperto la sparizione.De Pisis è lo pseudonimo di Luigi Filippo Tibertelli, nato a Ferrara l’ 11 maggio 1896, nella cui concezione è presente l’elemento metafisico, lirico, drammatico, di sogno, che si carica d’ironia burlesca o dolorosa. È cresciuto a fianco di De Chirico. A Parigi ha conosciuto Braque, Picasso, Matisse, Joyce, Svevo, Max Jacob e Cocteau. È scomparso nel ’56. Il «Nudino» fu acquistato presso la galleria «La nuova sfera» di Milano nel 1985. E, assieme al «Ritratto» e alla «Figura maschile», compone una trilogia di particolare interesse.L’architetto Viganò, nato a Milano nel 1919, può essere considerato il principale rappresentante italiano del Neo brutalismo che dilagava in Inghilterra. Si formò nello studio di Giò Ponti. Docente al Politecnico, ha realizzato l’istituto Marchiondi-Spagliardi nella città meneghina, ristrutturato lo stabilimento industriale del Mollificio a San Felice del Benaco e rimesso a nuovo il lungolago di Salò. E’ deceduto pochi anni fa. Anche Francese, nato nel ’20 e scomparso nel ’96, era di Milano. La Civica raccolta, che ha la propria sede nel fondaco di Palazzo Coen, è nata nel 1983 per iniziativa dell’assessore comunale alla Cultura, Pino Mongiello, attuale presidente della Comunità del Garda, del pittore Attilio Forgioli, del critico d’arte Flaminio Gualdoni e di sette cittadini: Vincenzo Bellini, Andrea Calubini, Emilio Colotti, Armando Fontana, Vitaliano Gaidoni, Orazio e Valentino Raggi (ognuno versò un milione di lire). Annovera ben 600 opere grafiche del Novecento: disegni, acquarelli, pastelli, carboncini di Osvaldo Licini, Lucio Fontana, Mario Sironi, Emilio Tadini, Romolo Romani, Domenico Gnoli, Antonio Stagnoli, Ennio Morlotti, Fausto Melotti, Gino Meloni, Pinot Gallizio, Corrado Cagli, Dadamaino, Piero Dorazio, Agenore Fabbri, Tommaso Cascella, Emilio Scanavino, Enrico Baj, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato, Mario Schifano, Remo Brindisi, Giuseppe Capogrossi, ecc.«In Italia – ha ricordato Riccioni – esistono soltanto due raccolte: quella di Modena, del professor Guadagnini, e la nostra, che in febbraio è stata la prima a entrare in Internet. Il sito www.civicaraccoltadisegno.com consentirà accessi da tutto il mondo. Gli utenti possono cliccare su numerose finestre: la presentazione, la cronistoria, le mostre tenute in questi venti anni, i prestiti, le donazioni, il data base degli artisti». Ora i soci sono due: il municipio di Salò e l’Amministrazione provinciale di Brescia.

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