Vittorio Emanuele di Savoia e sua moglie Marina Doria saranno ospiti, domenica, della rievocazione del Convegno interalleato che nel 1917 decise la resistenza sul Piave. «Non è una ricorrenza monarchica, ma storica», dice Giorgio Residori, presidente dell’associazione Società Sala storica che ogni anno festeggia la ricorrenza. «Ciò nonostante è naturale che si tratti di una celebrazione sentita maggiormente da chi è più vicino a quelle vicende e ai suoi protagonisti; l’Italia era rappresentata, in quel Convegno, dal re Vittorio Emanuele III; ecco perché Casa Savoia manifesta la propria vicinanza con quell’episodio». Peschiera lo aveva ospitato casualmente, come ricorda lo stesso Residori ripercorrendo gli avvenimenti del novembre di 87 anni fa. «I primi ministri di Francia e Inghilterra si trovavano a Rapallo; Vittorio Emanuele era sul Piave, in visita alle truppe. Gli Austriaci avevano sfondato a Caporetto e francesi e inglesi avevano pensato di proporre all’Italia l’arretramento delle truppe sino all’Adige: in questo modo ritenevano di avere tutto il tempo per riorganizzarsi». L’incontro doveva avvenire a metà strada e venne scelta Peschiera. «I tre si riunirono nella Palazzina Comando», continua Residori, «e per la fretta nessuno si ricordò di convocare un fotografo. Le cronache narrano di ore di discussione animata, con Vittorio Emanuele III risoluto nel sostenere che il nostro esercito avrebbe resistito ancora sul Piave. A favore del re giocò la sua conoscenza delle lingue straniere: gli scambi di commenti tra i due primi ministri non avevano segreti e fu determinante». «Sta di fatto che la storia diede ragione all’intuizione e alla caparbietà di Vittorio Emanuele III: dalla resistenza sul Piave originò la vittoria del conflitto mondiale. Penso si possa affermare, in tranquillità, che quell’espisodio contribuì a impedire che l’Europa si scardinasse». Nel 1923 a Peschiera si formò il primo comitato per la rievocazione del Convegno; nel 1964 nacque l’associazione Società Sala storica e la Palazzina di Parco Catullo cambiò nome diventando la Palazzina storica. L’arrivo dei Savoia è previsto per le 10; seguirà una breve cerimonia con gli interventi delle autorità locali «e spero dello stesso Vittorio Emanuele». Per l’occasione le porte della Sala storica si riapriranno, così come la cassaforte austriaca in cui sono conservati i due annali donati nel 1961 in comodato d’uso al Comune dall’allora ministro alla Difesa Giulio Andreotti. «E si rivedrà il quadro che ritrae la scena del Convegno realizzato da Sinibaldo Tordi nel 1937 in base agli appunti del primo ministro inglese; è un’opera che fu molto cara a Vittorio Emanuele III. L’intenzione della Società Sala storica è di donarlo al Comune», conclude Residori, «nella speranza che diventi il pezzo forte di un museo che ricordi la storia di cui Peschiera è stata testimone».
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Domenica la cerimonia che ricorda l’accordo siglato nel 1917 tra Vittorio Emanuele III e i primi ministri di Francia e di Inghilterra