giovedì, Ottobre 10, 2024
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Gli acquedotti del C9 cominciano a far «soffrire» certe località

I serbatoi? Agli stessi livelli di luglio

Non è ancora emergenza ma il livello di guardia è alto. Molto alto. Di quelli che precedono lo stato di crisi. Dai rubinetti delle abitazioni della Busa l’acqua sgorga normalmente ma ogni giorno che passa la situazione si fa sempre più critica e preoccupante. E in alcuni casi incominciano a farsi sentire le prime avvisaglie di una siccità che ha pochi precedenti (almeno negli ultimi decenni). I patemi del Sarca e del lago di Garda sono sotto gli occhi di tutti da settimane, le campagne per ora soffrono poco, ma se le condizioni meteorologiche non cambieranno repentinamente qualche problema lo avranno presto anche i nostri approvvigionamenti idrici.Ma fin da adesso s’inizia ad avere qualche sentore di questa possibile crisi. In alcuni centri dell’Altogarda, infatti, si è già stati costretti a fare i conti con la mancanza d’acqua. E’ il caso della contrada Parisi di Campi: qualche giorno fa gli abitanti del gruppetto di case sono rimasti praticamente «a secco», senza una sola goccia del prezioso liquido che scende dalla sorgente del rifugio Pernici. Una cosa mai successa prima nel bel mezzo della stagione invernale. Per fortuna l’Ags ha potuto sfornare subito una pompa che attinge l’acqua direttamente dall’acquedotto e la porta nel serbatoio a monte di Campi. Ogni giorno la stessa società rivana dei servizi tiene comunque monitorato il livello di tutti i serbatoi del comune (tra un po’ potrà addirittura farlo in modo telematico) ed è pronta a far entrare in azione i tre pozzi d’emergenza che vennero realizzati assai provvidenzialmente allorquando il tunnel ledrense fece schiattare la storica fonte del Ponale.Ad Arco la situazione più grave è quella dell’abitato di Be dove l’unica famiglia residente viene quotidianamente fornita d’acqua con le autocisterne dei vigili del fuoco. A Dro, invece, a soffrire sono gli occupanti delle case situate in località Al Lago: l’emergenza viene fronteggiata con dei “travasi” dall’acquedotto di Pietramurata al serbatorio di Gaggiolo. Ma il disagio è esteso un po’ in tutto il territorio comunale dove nei piani più alti delle abitazioni l’acqua arriva solamente a “rate”, ossia in determinati orari della giornata. A Drena, infine, il sindaco Michelotti ha invitato la sua comunità ad evitare gli sprechi (come si fosse in pieno luglio) e per dare il buon esempio ha persino ordinato la chiusura di tutte le fontane del comune.

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