giovedì, Maggio 2, 2024
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Gli incontri si terranno all’ex biblioteca con il patrocinio dell’amministrazione. Il primo appuntamento è con Italo Svevo

I venerdì con i testimoni del Novecento

Sono giunti alla ottava edizione gli incontri culturali del venerdì , promossi da alcuni professori e docenti residenti nel territorio gardesano, fra cui il preside della facoltà di lettere dell’Università di Verona, Piero Spinucci. Gli incontri con cadenza quindicinale sono otto e si concluderanno nella primavera prossima. Il tema proposto quest’anno è: «Testimoni del 900», ovvero personalità che con la loro opera e con la loro azione hanno segnato aspetti importanti del secolo appena concluso. Gli incontri culturali si svolgeranno nella ex biblioteca comunale, con il patrocinio della amministrazione , il venerdì sera alle ore 20,30. Primo appuntamento venerdì 6 con «Italo Svevo, la coscienza smarrita» dove sarà relatore Piero Spinucci. Il 20 dicembre «Ungaretti, Montale, Quasimodo, personaggi e testi della poesia del 900», ancora con Piero Spinucci. Il 10 gennaio 2003 Domenico Bongiovanni presenterà «Angelo Giuseppe Roncalli, il prete e il diplomatico» mentre il 24 gennaio, sempre a cura di Bongiovanni «Giovanni XXIII, una svolta nella Chiesa.» L’abate di San Zeno Maggiore, monsignor Rino Breoni presenterà «Lorenzo Milani, fedeltà della coscienza, fedeltà ai poveri e alla storia» il 7 febbraio. Il 21 febbraio Giulio Rama, presidente dell’associazione culturale Francesco Fontana, terrà una lezione su «Un testimone della democrazia, ovvero Giacomo Matteotti». Il 7 marzo Ernesto Bonaiuti con « il cristianesimo di fronte alla modernità» ed il 21 marzo Adriano Olivetti, tra «capitalismo e utopia». Per entrambe le serate sarà relatore Giulio Rama. L’ingresso è libero e gratuito. «Abbiamo scelto i testimoni del 900 perché il secolo è appena concluso », spiega Mario Righi, uno dei coideatori degli incontri del venerdì , «e perché è stato un periodo che ha segnato indelebilmente la storia per fatti, cultura, avvenimenti, azioni, ma soprattutto per gli uomini che le hanno realizzate e che ancora adesso sono a noi vicine nella memoria».

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