mercoledì, Maggio 1, 2024
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Disputate ieri le prime partite. Organizza l’Ac Gavardo per un fine assai nobile. Entra nel vivo la nona edizione del torneo Unicef

Il calcio baby diventa grande

Da nove anni ormai, con l’approssimarsi della Pasqua, il ponte che attraversa il centro storico di Gavardo si veste d’azzurro e diventa la vetrina promozionale per un nome dal grande significato: Unicef, ovvero il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia. Gli striscioni che tappezzano le strade e le numerose locandine affisse in paese danno man forte nel diffondere un messaggio preciso: è arrivato il momento di abbinare sport e solidarietà, calcio e beneficenza. È arrivato il momento del «Torneo internazionale Unicef».Quella iniziata ieri è la nona edizione, ma gli organizzatori, i membri dell’Associazione calcio Gavardo, mostrano sempre la fervente attesa che caratterizza gli esordi. D’altra parte è difficile affrontare senza emozioni un evento di tale valore, che vede coinvolte ben dodici squadre in rappresentanza del settore giovanile di molte quotate società d’Europa. A giocarsi il primo posto sono i «Giovanissimi sperimentali», cioè i ragazzi nati dopo l’1 gennaio 1993, che da ieri sono in campo per le gare di qualificazione che hanno visto confrontarsi, oltre alla formazione di casa (che schiera solo tesserati propri, senza “prestiti” da altre società locali com’è accaduto invece in passato), i giovani di Brescia, Lumezzane, Atalanta, Bologna e Modena, a cui vanno aggiunti i danesi del Brondby, gli svizzeri del Grassopher e del Kriens, gli inglesi dello Sheffield United, i tedeschi del Werder Brema e i bielorussi del Gomel.Una nota particolare va dedicata a quest’ultima compagine, che non competerà probabilmente per il successo finale, ma che approdando a Gavardo ha già vinto una battaglia ben più importante: la lotta per la normalità. Già, perché Gomel è una delle città bielorusse più colpite dalle conseguenze dell’esplosione della centrale nucleare ucraina di Chernobyl, che dal 1986 condiziona ancora fortemente le prospettive e la qualità di vita delle popolazioni locali, alle prese con una situazione economica pressoché disastrosa, ma soprattutto con un ambiente ancora contaminato dove ammalarsi gravemente è, purtroppo, quasi di regola. «Dobbiamo ringraziare il gruppo Garda solidale di Desenzano se siamo riusciti a portare al torneo i bielorussi», spiega Giovanni Goffi, referente Unicef per il Garda e la Valsabbia e dirigente dell’Ac Gavardo.È dunque un ulteriore sforzo umanitario in soccorso dei più giovani quello profuso dagli organizzatori con il coinvolgimento dei ragazzini di Gomel, che va ad aggiungersi al tema benefico principale, ovvero il sostegno all’Unicef, a cui andranno buona parte dei ricavati del torneo, «compresa la vendita del materiale marchiato dall’agenzia Onu, del libro “Prima o poi me ne vado in serie A” di Gabriele Pascale e delle nostre “pigotte”, le bambole preparate dalle “Mamme per la solidarietà” che collaborano con l’Unicef» dice ancora Goffi, che sottolinea anche la «partecipazione attiva nell’organizzazione della manifestazione messa in campo quest’anno dal comitato bresciano del Fondo per l’infanzia».In sintesi quindi un evento da non perdere, con un allestimento curato nel dettaglio e anche un valore sportivo di tutto rispetto, che accentra ovviamente l’interesse sulla finale che si giocherà domani alle 17. Da lì uscirà il nome del successore dello Spartak Mosca, primo vincitore straniero nel 2006, dopo che le edizioni precedenti erano state appannaggio dell’Atalanta (1999), del Brescia (2000, 2001 e 2004), dell’Inter (2002 e 2003) e del Modena (2005). Durante le premiazioni (previste sempre domani, alle 18.15) verranno consegnati anche due riconoscimenti speciali: il primo sarà destinato al miglior giocatore, a cui verrà donata una medaglia della Presidenza della Repubblica, che patrocina l’evento insieme alla Regione Lombardia, alla Provincia di Brescia, alla Comunità montana valsabbina e al Comune di Gavardo; il secondo premio, intitolato all’ex giocatore del Gavardo Marco Franzoni (morto tragicamente a soli 24 anni nel 2006), sarà invece assegnato alla squadra più corretta

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