martedì, Marzo 25, 2025
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Il consigliere regionale della Lega nord e i guai del traffico da e per la Valsabbia e il Garda dopo i tre tunnel finiti fuori uso. Viabilità in tilt, e Flocchini spara a zero: «Costruzioni fatte alla leggera»

«Il caso gallerie? Una vergogna»

«La situazione della viabilità per il Garda e la Valsabbia è una vergogna». Giovanmaria Flocchini, consigliere regionale della Lega nord, non usa mezzi termini per commentare la mancanza di interventi per ripristinare la percorribilità della superstrada dopo il blocco, a causa di una frana, di un cedimento e della caduta di alcuni calcinacci, di ben tre gallerie. «Non è possibile – aggiunge l’esponente del Carroccio – convivere con questa situazione, ed è inoltre inammissibile che l’Anas non sia in grado di spiegare alle amministrazioni locali cosa sta succedendo. Dopo la frana ora c’è stato anche il sequestro, e ciò prolungherà necessariamente i tempi di riapertura: un danno enorme non solo per i residenti, ma anche per coloro che devono raggiungere la Valsabbia o il lago per lavoro». La situazione, vale la pena di ricordarlo, è effettivamente pesante. A causa del fermo delle gallerie «Monte Castello», «La Guarda» e «Monte Covolo (l’ultima messa ko in ordine di tempo), le uniche strade diciamo così agevoli che portano in Valsabbia e verso il Benaco si sono rivelate sostanzialmente inutili, e in questi giorni, lo svincolo di Tormini non è in grado di sopportare il massiccio traffico pesante di passaggio. Flocchini ribadisce ancora la sua perplessità sulla tempistiche che riguarderà quella strada: «Se i tempi della magistratura saranno quelli che abitualmente vengono applicati ai processi – prosegue Flocchini parlando dei sequestri dei tunnel -, corriamo il rischio di vedere quelle strade chiuse per anni; e di certo non ce lo possiamo permettere. Oltre al disagio attuale, mi sembra inammissibile che queste gallerie abbiano problemi di questo tipo a soli 4 anni e mezzo dalla costruzione. Evidentemente sono state fatte operazioni con estrema leggerezza. Il terremoto, ricordiamolo, non ha intaccato antichi monumenti e case ben più vecchie». La prima galleria interrotta, in direzione Valsabbia, è stata chiusa più di un mese fa, all’indomani del terremoto, quando un camion era sfuggito per un soffio al crollo di una parte dell’arcata. Allora si parlò di un danno strutturale, del cedimento dell’arco portante e di altre crepe in altre parti del manufatto. Ora è toccato alla bretellina che porta a Desenzano, lungo la quale un automobilista ha notato la caduta di calcinacci e di intonaco. Dopo un primo sopralluogo, i tecnici dell’Anas hanno assicurato che nel caso della Monte Covolo non si registrano problemi alla struttura portante, ma solo danni superficiali facilmente rimediabili. Una ipotesi che però sembra essere smentita dalla magistratura, che mercoledì ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di «crollo colposo».

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