«Il lago di Garda sta bene e la moria di pesci delle scorse settimane è stata causata da una setticemia partita nella parte meridionale del bacino, ma già in fase di risoluzione». A parlare è Vincenzo Ceschini, vicepresidente della Comità del Garda, che invita ad evitare allarmismi.Forte della notevole quantità di dati raccolti, Ceschini invita all’ottimismo e annuncia che tutte le risposte sullo stato del Garda verranno fornite nella conferenza organizzata a hoc per il 12 ottobre prossimo a Desenzano. «Quanto detto e scritto ultimamente – continua Ceschini – non è affatto vero e, per giunta, danneggia l’immagine turistica del lago all’estero. I costanti monitoraggi delle acque, compiuti sia in superficie che in profondità (i prelievi vengono effettuati fino a 200 metri) smentiscono nettamente che esista uno stato d’emergenza ambientale. I campioni vengono raccolti costantemente in numerose zone di tutte e tre le province: i laboratori di Villino Campi e portò S. Nicolò svolgono questo compito per Trento e Brescia mentre, sul fronte veronese, le analisi vengono affidate all’università di Padova. Dati completi e più che attendibili. Nessuna moria da inquinamento, dunque, e poi non dimentichiamo che esiste una “periodicità del pescato”: quest’anno, tanto per fare un esempio, i persici che affollavano i fondali trentini, ora si sono “trasferiti” in quelli veronesi».Eppure, negli ultimi tempi, le spiagge dichiarate temporaneamente non balneabili (in Veneto e Lombardia) dalla stessa Comunità del Garda sono aumentate notevolmente. Come si spiega questo fatto? «Il fenomeno – spiega il vicepresidente dell’ente che riunisce i comuni dell’area gardesana – è strettamente legato alle condizioni meteorologiche di quest’estate. Per farla breve, le piogge, cadute copiosamente, hanno dilavato strade e terreni, queste acque sono finite in torrenti e fiumiciattoli che, alla fine, hanno scaricato nel lago sostanze inquinanti. In passato era successo qualcosa di analogo anche a Riva, alle foci del torrente Varone e del rio Galanzana. Anche stavolta, nei punti “incriminati”, 24 ore dopo le prime analisi ne sono state compiute altre che hanno rilevato inquinamento molto inferiore o addirittura assente. Si tratta di episodi sporadici, dunque, che nulla hanno a che vedere con la salute generale del grande lago».Va tutto bene, quindi? «Beh, qualche problema c’è ed è legato alla riproduzione delle specie ittiche, messa in pericolo dalla forte antropizzazione degli ultimi anni e dalla colpevole cancellazione di molte preziose zone di “frega” per i pesci, come, ad esempio, la spiaggetta dello Sperone, totalmente devastata. I canneti si sono ridotti, i pescatori, che lungo le sponde si attivavano ogni anno per ricreare le condizioni migliori per la riproduzione, sono praticamente spariti e, di certo, le migliaia di bagnanti e di surfisti non mettono a proprio agio i pesci».
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Per Vincenzo Ceschini i problemi arrivano dal grande carico antropico e dalla devastazione dei luoghi "di frega"
Le morie di pesci dovute ad una setticemia e non all'inquinamento