martedì, Maggio 21, 2024
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Stagione dai grandi numeri per il parco Sono attratti da un prezioso patrimonio archeologico

La Rocca? Un successo I turisti non mancano

E’ stata una stagione di successo per il Centro naturalistico «La Rocca». Molti sono stati gli istituti che nel corso dell’anno scolastico hanno usufruito del servizio di accompagnamento guidato messo a disposizione dell’associazione, e molti continuano ad essere i turisti, sia italiani che stranieri, che inseriscono la visita al Parco naturale archeologico all’interno del loro soggiorno gardesano. Altrettanto numerose le viste dei Crest organizzati nei vari comuni della Valtenesi, e dei gruppi di studenti universitari in cerca di un suggerimento per le tesi di laurea, ma anche docenti per gli annuali corsi di aggiornamento. Tutto merito dell’impegno che, da alcuni anni a questa parte, il Centro sta investendo nel tentativo di far conoscere la pregevole ricchezza culturale di questa zona del lago. Fondato nel 1995 da un gruppo di giovani al fine di promuovere e tutelare l’area della Rocca di Manerba, il Centro si è sempre impegnato nello sforzo di trovare metodologie, proposte e nuovi stimoli capaci di attirare quante più persone possibile. «Il nostro intento, – spiega Sergio Boem, responsabile dell’associazione – è quello di valorizzare questo bellissimo angolo di Valtenesi, che purtroppo per molta gente è ancora del tutto sconosciuto, attraverso la proposta di un diverso modo di fare turismo che, grazie all’offerta dei più aggiornati servizi e delle più moderne strutture, sia in grado di rendere la Rocca di Manerba una delle tappe principali del circuito turistico gardesano». La zona di competenza del Centro, che organizza interessanti visite guidate utilizzando tutte le risorse che il sito offre, è distribuita su una superficie di 90 ettari, lungo i quali si alternano vari ambienti naturali, convivono specie faunistiche diverse, e sopravvive un patrimonio archeologico davvero sorprendente che vanta insediamenti urbanistici molto considerevoli, tra cui le fondamenta di un castello, che, nonostante sia ridotto ormai a rudere, è uno dei più rappresentativi esempi di architettura medievale della provincia di Brescia. E se a questo si aggiunge che la scarsa densità di edilizia residenziale la rende forse uno degli ultimi territori di territorio gardesano non intaccato da speculazione urbanistica, si capisce perché l’importanza culturale della Rocca sia davvero così grande. «Ora che possiamo contare su una organizzazione collaudata da anni di esperienza, -specifica Boem- l’unica cosa che manca alla Rocca è la qualifica di Parco di interesse regionale». Di fatto tutta quanta la zona, una volta constatata che la sua fruizione deve essere, e rimanere, di carattere pubblico, è già stata riconosciuta come Parco naturalistico locale nel Piano regolatore generale comunale e attende solo l’ufficializzazione della destinazione a Parco di interesse regionale da parte della Regione Lombardia. «Questo riconoscimento- dice il responsabile del Centro- rappresenterebbe una tappa molto importante per tutta l’area, perché finalmente la Rocca di Manerba comincerebbe a godere, in qualità di struttura organizzata e maggiormente tutelata, di tutta una serie di vantaggi; tra cui la possibilità di usufruire di sorveglianza adeguata capace di garantire l’incolumità dell’area dall’inciviltà dei frequentatori, la possibilità di disciplinare l’affluenza dei visitatori, e quella di dotarsi di servizi in grado di migliorare l’accessibilità ai luoghi. Inoltre, se il parco diventasse di interesse regionale si potrà ricorrere ai tutti quei finanziamenti comunitari per coprire le spese più onerose consistenti nella gestione e nelle opere di manutenzione della zona interessata».

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