Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha voluto ringraziarlo per aver ricevuto in dono «I disegni della deportazione», una struggente e drammatica raccolta di disegni e schizzi realizzati nel lager di Mauthausen nei primi mesi del 1945.Agostino Barbieri, pittore, scrittore e scultore, 90 anni compiuti nella scorsa primavera, sirmionese di adozione, uno degli ultimi testimoni viventi della tragedia dei lager nazisti, ha assai gradito il messaggio che il Capo dello Stato gli ha fatto pervenire. Ciampi gli ha infatti espresso il suo «ringraziamento ed il vivo apprezzamento per questa drammatica testimonianza delle atroci condizioni patite dagli internati nel campo di concentramento di Mauthausen, rese vive da un’interpretazione artistica vibrante ed intensa». Parole sentite quelle del nostro presidente che è il primo custode delle democrazia e dei valori della Resistenza. «I disegni della deportazione» è stato stampato e pubblicato nel marzo 1984. La prefazione è opera di Raffaele De Grada che ha conosciuto Agostino Barbieri attraverso l’amicizia comune di Piero Caleffi, un’amicizia intensa perché l’artista veronese (nato ad Isola della Scala) è stato da lui «apprezzato come combattente della libertà ancora prima che come pittore e disegnatore». «La massima esperienza di vita di Barbieri – scriveva vent’anni fa De Grada – è stata nel campo di Mauthausen ed egli ne è divenuto, essendo pittore e disegnatore, il testimone e l’espressione per tutti, per quei pochi che sono sopravvissuti e per quelli che ne fanno e faranno tesoro del loro comportamento presente ed avvenire, oggi e sempre». I maggiori critici del tempo hanno descritto la raccolta di disegni come «tra le testimonianze più alte della Resistenza al nazismo attuata nei lager, un lavoro importante al di là del tempo e del momento». Le opere di Agostino Barbieri si trovano nelle maggiori gallerie italiane ed estere, perfino al Castello Sforzesco di Milano. Di lui, però, negli ultimi anni pare si siano dimenticati un po’ tutti, tant’è che l’ultima mostra venne tenuta al Palazzo Ducale di Mantova. Da qualche tempo, tuttavia, pare ci sia stato un interessamento del Comune di Desenzano.