mercoledì, Ottobre 9, 2024
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Livelli d’allarme. A Peschiera è sopra lo zero idrometrico di 25 centimetri, meno acqua per le colture mantovane La Navigarda li ha sostituiti con i catamarani, più sicuri negli attracchi

Il lago cala e blocca gli aliscafi

Cala al ritmo di quasi un centimetro al giorno il lago di Garda. L’ultima rilevazione di ieri fissava a 25 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera il livello delle acque del Benàco. Una misura che ha indotto la Navigarda a sospendere le corse degli aliscafi (solo uno in servizio) sostituiti dai catamarani, imbarcazioni con un minor pescaggio. «È stata più una decisione cautelativa che una necessità», tiene a precisare al telefonino il direttore della Navigarda Marcello Coppola. «Piuttosto che correre il rischio di danneggiare l’elica dell’aliscafo, pericolo che si potrebbe registrare in prossimità di qualche approdo, abbiamo preferito cambiare mezzo di navigazione e utilizzare i catamarani che non hanno bisogno al pari dei battelli di un fondale particolarmente fondo. I catamarani, che poggiano su due grandi pattini che tengono sollevato lo scafo, possono infatti navigare anche con il lago a livelli decisamente più bassi rispetto all’attuale». Vale a dire? «Potremmo, ma speriamo che ciò non accada, garantire il servizio di navigazione pubblica anche con il lago a più 15 sopra lo zero idrometrico di Peschiera». Nei primi anni ’90 si parlava di un pensionamento degli aliscafi. «Il momento non è ancora giunto. Certo che dei tre in dotazione alla nostra flotta quest’anno abbiamo deciso di metterne in acqua uno solo. Il tutto nell’ottica di favorire l’inserimento del nuovo catamarano, imbarcazione dai costi di manutenzione e gestione decisamente più economici rispetto agli stessi aliscafi. Ovvio che l’età tecnica, hanno più di vent’anni, a lungo andare inciderà sul loro impiego». Si parla dell’utilizzo degli aliscafi per trasportare nella zona di punta Lido di Riva del Garda i ministri degli Esteri dell’Unione Europea che si ritroveranno nella città trentina ai primi di settembre per un importante vertice. «Mi dispiace ma di questa storia non so nulla», glissa Coppola che prima di chiudere la conversazione tiene a precisare: «Non ci sarà nessun particolare disagio per i nostri passeggeri. A cambiare sarà solo l’orario di alcune corse». Situazione quindi ancora sotto controllo per la navigazione pubblica sul più grande lago d’Italia nonostante la carenza di precipitazioni e un Garda che si avvia a bissare i record dell’estate del 1990. Fu quella una stagione terribile tanto che il 2 ottobre il Benàco registrò quota più 12 centimetri sopra lo zero idrometrico. Il minimo storico da quando è in esercizio la diga di Salionze (1951), lo scolmatore che regola il deflusso delle acque dal Garda al Mincio. Acque che confluiscono nel Seriola e Virgilio da dove opportunamente incanalate vanno ad irrigare circa mezzo milione di ettari di terreni agricoli coltivati soprattutto a mais, riso e barbabietole. Ebbene, ieri dallo sbarramento di Salionze uscivano 56 metri cubi d’acqua al secondo anziché gli 88 destinati per regolamento all’irrigazione dei campi. Inevitabile lo stato d’allerta e l’emergenza idrica nel Mantovano con tutti i problemi connessi.

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