martedì, Aprile 30, 2024
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Grande festa e commozione nella comunità di Colà per l’arrivo di don Cinquetti «Adesso devo capire la parrocchia che il vescovo mi ha affidato»

Il missionario che viene dal Brasile

«Quasi 12 anni di missione a Teresina, in Brasile mi hanno dato la vera dimensione dell’accoglienza e della gratitudine», spiega commosso don Ivano Cinquetti, neoparroco di Colà, «e sono convinto che fra la gente di Colà potrò dare il meglio di me stesso nella continuità della mia missione pastorale». Con queste brevi parole il neoparroco si è presentato alla sua gente, ai suoi nuovi parrocchiani, domenica mattina, alle 9 presso il circolo Acli per recitare assieme ai giovani le lodi al Signore. Un ingresso in comunità in maniera inusuale, senza pompe e sfronzoli, ma con la grande disponibilità e semplicità del missionario, dell’uomo che cerca l’uomo nella certezza che fra loro passa il messaggio della carità e della fratellanza che Dio vuole per tutti i suoi figli. «Sto ascoltando», continua ancora don Ivano,« perché voglio capire la mia nuova comunità che il vescovo mi ha voluto affidare. Sono certo che con loro, assieme, faremo un cammino ricco di valori e portatore di pace e di accoglienza per ognuno di noi». E dopo il saluto delle associazioni di volontariato e delle attività parrocchiali, è stato monsignor Piergiorgio Formenti, vicario foraneo del lago veronese, a presentare alla comunità colatina il nuovo pastore. Dopo la processione, partita da piazza Don Vantini per la parrocchiale di San Giorgio Martire, ecco l’indirizzo di saluto del consiglio pastorale e il discorso del sindaco. «Dopo 25 anni di attività frenetica di don Annibale», ha sottolineato il primo cittadino,« ora a Colà è arrivato un parroco giovane e con grande esperienza missionaria. Sarà sicuramente facile raccogliere l’eredità di don Modena e trasferirla alla gente laboriosa e sensibile di questa comunità.» Al canto de «Il tuo popolo in cammino, cerca in te la guida», ha avuto inizio la solenne concelebrazione. Brevissima ma esplicativa l’omelia del neopastore. Si è aiutato nel commento della scrittura con tre oggetti: la bilancia, un vaso di argilla, due disegni, la barca a vela e la barca con i pescatori e le reti. Simbolismi che stanno a significare che l’uomo deve dare senza chiedere la immediata ricompensa all’essere supremo; deve plasmarsi a Dio come si plasma la creta del vaso di coccio. Infine la Chiesa è la barca che veleggia nel vento e che raccoglie i frutti dalla pesca delle anime. Dopo la lettura del decreto di nomina vescovile, è stata data lettura del messaggio augurale di don Annibale, in un grande e struggente momento di commozione.

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