sabato, Luglio 27, 2024
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Sulla funivia sventola il tricolore Nella stazione a monte il capo dello Stato ha ascoltato i cori e dispensato buffetti ai bimbi, ha ricevuto in dono un quadro con un fiore di montagna e ha concluso con un brindisi L’inno cantato dai ragazzini vola tra

Il presidente: «Questa giornata rimarrà per noi un ricordo vivo e inde

di Roberto Vacchini Uno sventolio di bandiere tricolori, applausi scroscianti, una marea di mani da stringere e di saluti da ricambiare. Malcesine si stringe attorno al presidente e lui ricambia tanto affetto con uno strappo al rigido protocollo del cerimoniale. Il programma non prevedeva un suo intervento ufficiale ma lui, Ciampi, non vuole deludere le oltre 1.500 persone accorse a salutarlo. Così, si avvicina al microfono e senza leggere, come prevederebbe il cerimoniale, si rivolge ai presenti. Non un discorso ufficiale, piuttosto l’omaggio, sincero, a Verona e alla sua gente: «Sorvolare in elicottero da Villafranca e ammirare il lago, le sue magnifiche sponde, le bellezze di Malcesine, con le sue straordinarie torri e il suo castello, è un’esperienza veramente unica. A nome anche di mia moglie vi ringrazio. Vi ringrazio soprattutto per l’accoglienza così affettuosa, così calorosa, un’accoglienza che veramente farà sì che questo incontro a Verona e nella sua provincia, a Malcesine, rimanga un ricordo vivo, indelebile, della nostra esperienza alla presidenza della Repubblica. Grazie di cuore e gli auguri più vivi a tutti quanti voi». Mezzogiorno è passato da nove minuti e un’applauso scrosciante saluta le parole del presidente che varca la soglia dell’impianto di risalita per scoprire la targa che ricorderà, negli anni a venire, questa giornata. Subito dopo inizia il suo giro nelle cabine rotanti fino ai 1.750 metri di Tratto Spino per provare la nuova funivia. È l’epilogo di una mattinata in riva al lago iniziata tre quarti d’ora prima quando l’inconfondibile rumore dell’elicottero annuncia l’arrivo a Malcesine del presidente. Tre elicotteri atterrano nel campo sportivo del paese: il presidente Ciampi e signora Franca, accompagnati dal Prefetto, salgono in auto e scortati dalle pattuglie della polizia e della stradale percorrono i quasi mille metri che li separano dall’ingresso della funivia accompagnati dall’interrotto, fragoroso, applauso della gente di Malcesine e dei turisti. Ad accoglierlo sulla scalinata dell’impianto ci sono sono il sindaco, Giuseppe Lombardi, e il presidente della funivia di Malcesine, Giuseppe Venturini. Sotto il palco allestito per l’occasione davanti alla porta scorrevole della funivia, il discorso di benvenuto è affidato al sindaco che brevemente inizia ricordando la storia della funivia di Malcesine, inaugurata nel 1962. Lombardi tratteggia poi l’identikit del paese gardesano, territorio di «valloni e dossi che scendono verso il lago», attorniato di boschi e uliveti: un ambiente unico, «conosciuto fin dal medioevo come l’orto botanico d’Europa». Tra i personaggi, attratti dal «clima temperato e dalla bellezza del luogo» ci furono Goethe, Kafka, Klimt. «Ora siamo qui ad ammirare la nuova funivia», prosegue Lombardi, «un esempio di come anche il pubblico sia in grado di superare le difficoltà tecniche e organizzative per realizzare in poco più di dieci mesi quest’opera di vitale importanza per l’economia e l’immagine della nostra città». Al presidente della funivia, Giuseppe Venturini, il compito di spiegare nei dettagli le caratteristiche dell’impianto e ringraziare tutti coloro che l’hanno reso possibile. «Ma il nostro ringraziamento va soprattutto a lei, signor presidente, per aver voluto accogliere l’invito di illuminare la nostra festa con la sua presenza che dà spessore alle speranze e alle attese su una vigorosa ripresa del movimento turistico ed economico della nostra regione». La benedizione del vicario generale della diocesi di Verona, monsignor Giuseppe Zenti chiude la cerimonia con una riflessione sui valori della Costituzione: «Presidente, lei qui personifica i valori dell’italianità ed è il garante di una Costituzione che, se pur ha bisogno di qualche ritocco, rimane però unica al mondo e insuperabile per democraticità». La cerimonia di Malcesine. Poco dopo mezzogiorno, Ciampi ha inaugurato l’impianto scoprendo una targa celebrativa. Subito dopo è salito nella nuova cabina rotante che lo ha portato a 1.750 metri. Oltre 1.500 persone sono corse a salutarlo e lo hanno applaudito lungo il percorso. Il vicario del vescovo durante la benedizione: «La Costituzione è insuperabile per democraticità» Malcesine. Sono appena scoccate le 12,30 quando la funivia con a bordo il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi approda sul Monte Baldo, ai 1760 metri di Tratto Spino. In un silenzio quasi irreale il capo dello Stato, accompagnato dall’inseparabile moglie Franca, scende dalla cabina rotante guidata dal trentottenne Roberto Benamati e mette piede nella stazione a monte dagli elementi architettonici nitidi. Acciaio, alluminio, vetro, legno e pietra naturale si fondono in un unicum che esalta la luminosità e trasparenza degli ambienti interni. Peccato per le nuvole birichine che all’esterno si divertono di tanto in tanto a rendere grigia una mattinata vissuta con trepidazione mista a sana leggerezza di spirito dai bambini delle «Piccoli Voci di Malcesine». Sono loro, all’interno di una stazione off-limits per il centinaio di persone da ore in attesa all’esterno sulla spianata di Tratto Spino, ad accogliere la massima autorità dello Stato salita nel «Giardino d’Europa» assieme al presidente del consorzio funicolare Giuseppe Venturini, il sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi, i presidenti della Provincia Aleardo Merlin e della Camera di Commercio Fabio Bortolazzi, gli onorevoli Massimo Ferro e Umberto Chincarini. Non manca il prefetto Francesco Giovanucci. Tutti in silenzio ascoltano l’inno di Mameli cantato per intero dai venti ragazzini diretti dal maestro Fabio Falci che li accompagna con una piccola pianola. Fuori dalla stazione giungono flebili le note ma la gente, disposta dietro la staccionata e guardata a vista dal ferreo ma cortese servizio d’ordine, non si distrae. L’applauso parte spontaneo appena termina l’inno con il presidente che passa in veloce rassegna i ragazzini. Un buffetto a Federica una stretta di mano al piccolo Saverio prima di uscire all’aperto. Da quasi quattro ore lo attendono con la loro giacca rossa i coristi delle «Voci di Malcesine» che tra una prova e l’altra ingannano l’attesa, non solo loro a dire la verità, facendo incetta di formaggio «Primo Fiore» del Baldo dispensato a destra e sinistra da Orazio Schelfi e dal figlioletto Riccardo. Sul tavolo imbandito di caciotte genuine, prodotte nella malga Prà Alpesina, troneggia un pezzo di formaggio da trenta chili a forma di cuore con tanto di dedica al presidente. Ciampi lo guarda, stringe con affabilità la mano all’ormai esausto Orazio (mezzo quintale di assaggi si sono volatilizzati nell’arco della mattinata) e rispettoso del protocollo ascolta l’esibizione della corale che irradia, nel cielo tutto d’un tratto tornato luminoso, le note di «Signore delle Cime» e «Montagne Addio». Poco lontano i ragazzini del grest con tanto di bandierine attendono come una liberazione l’arrivo del presidente della Repubblica pronto a mescolarsi a loro, ad accarezzarli da buon nonnino. Vorrebbe, non ce lo nasconde, vedere il paesaggio tutto intorno, ma il dovere lo chiama. Ci sono ancora da salutare gli alpini, un po’ delusi per non essere stati ammessi all’interno della stazione, e tanta altra gente come Flora Menotti che da quarant’anni vive e gestisce a Tratto Spino la «Baita dei Forti». La regina del Baldo regala al capo dello Stato un quadro con l’immagine di una pulsatilla montana, un fiore che cresce solo qui. La visita, un quarto d’ora in tutto, è finita ma prima di scendere a Malcesine Ciampi brinda a Ferrari. La moglie invece con un bicchiere d’acqua per via dello stomaco in subbuglio. Il tempo di una brioche salata con speck e l’imbarco sulla cabina rotante per scendere a valle dove l’elicottero attende la coppia presidenziale.

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