«Ci stiamo attivando per rendere più flessibile la rete delle sedi di guardia medica. Questo non significa che a Garda ci sarà una nuova sede, ma entro fine anno sarà migliorato il servizio. Verrà elaborato un piano degli interventi, poichè è in atto un discorso generale di flessibilità del servizio, che avrà dei risultati interessanti anche su questa zona. Faremo in modo che il medico arrivi in tempi garantiti, come sta già facendo anche l’Ulss 20 di Verona con un sistema di informatizzazione spinto».È l’impegno preso ieri dal direttore sanitario Ennio Cardone, insieme al direttore generale Renato Piccoli ed al direttore servizi sociali Michele Benamati dell’Ulss 22. I dirigenti hanno fatto il punto sulla richiesta di una guardia medica centrale per la zona di Garda, bardolino e Lazise. Dal 2004 i cittadini per chiamare un medico di notte e nei fine settimana devono rivolgersi al servizio di Malcesine e Calstelnuovo: questa condizione ha indotto i primi cittadini di Garda e Bardolino in particolare a chiedere l’attivazione di una sede meno decentrata e più funzionale alle esigenze di una popolazione che per sei mesi all’anno, con i turisti, cresce in maniera esponenziale.Il direttore generale Piccoli, precisa: «Il numero dei punti di continuità assistenziale non può essere aumentato ma se i primi cittadini, in conferenza dei sindaci, mi presentano una richiesta formale di spostare la guardia medica da Malcesine a Garda, il dottor Piccoli dichiara la sua immediata disponibilità». Per arrivare a questo passaggio, Piccoli però parte da delle premesse: «Bisogna innanzitutto fare chiarezza sui servizi sanitari. Bisogna tenere ben distinte due aspetti: da un lato c’è il sistema delle emergenze e quindi del 118 per le fasi acute, che sfocia nell’assistenza al pronto soccorso e quindi all’ospedale, dall’altro c’è il servizio territoriale, con i medici di base, la prevenzione e la continuità assistenziale. Servizi che sono paralleli ma non sostitutivi, per i quali non dobbiamo confondere le due funzioni. Le emergenze non sono gestite dall’Ulss ma dal 118 che è un servizio provinciale con gestione autonoma, che predispone periodicamente un piano di emergenze e fissa punti e mezzi sul territorio. L’assistenza territoriale è poco considerata, ma in realtà impegna più del 50 per cento del bilancio dell’Ulss, che finanza medici di base, farmaceutica, specialistica e prevenzione».Per spiegare meglio, il direttore generale porta l’esempio di Caprino: «Caprino prima aveva posti letto per le emergenze, ora ha posti letto per l’assistenza territoriale gestita in collaborazione con i medici di base. Questo è un punto di primo intervento che è diverso dal pronto soccorso, perchè il pronto soccorso ha alle spalle i reparti ospedalieri. Anche le ambulanze fanno due servizi diversi: ci sono quelle per le emergenze (118) e quelle per il servizio ordinario di trasporto pazienti per conto dell’Ulss. Questi sono servizi di due filiere diverse». «La guardia medica è un’integrazione all’assistenza territoriale del medico di base, che non può lavorare 24 ore al giorno. Ed è organizzata secondo accordi regionali con 1 medico ogni 6.500 abitanti e secondo un accordo nazionale con 1 medico ogni 5.000 abitanti. Nella nostra Ulss abbiamo 260mila abitanti e 52 medici collocati sul territorio. Siamo quindi già sovradotati rispetto alla media. Da Garda a Malcesine ci sono 13 mila abitanti ed abbiamo 3 medici che coprono la zona. Noi, quando ci siamo ritrovati la sede di guardia medica di Malcesine presso l’ospedale, ci è sembrata funzionale poichè è collocata in una struttura che garantisce gli spazi vitali, il servizio pasti, la stanza, l’ambulatorio, il cambio biancheria e la pulizia. Questa sede nel 2006 ha eseguito 820 prestazioni, di cui 313 in sede, 309 con consiglio telefonico e 198 a domicilio. Sono in media una ogni 29 ore di servizio garantito a domicilio: 198 uscite è un numero che non prevede integrazioni». «Nel corso della conferenza dei sindaci», prosegue Piccoli, «i sindaci ci hanno fatto presente le loro perplessità e direi che la maggior parte si è dichiarata soddisfatta delle risposte date».La realtà territoriale però è soggetta a molte variabili, tra queste le centinaia di migliaia di turisti e di cittadini proprietari di seconde case, che vanno ad aggiungersi al numero di residenti. A questo Piccoli replica: «D’estate c’è la medicina turistica e le chiamate alla guardia medica non aumentano rispetto all’inverno. Se non ci sono le chiamate ma ci sono i pronti soccorso intasati, vuol dire che le persone quando hanno bisogno vanno all’ospedale. Questo vuol dire anche che non c’è informazione sui servizi, oppure che la gente non è interessata a questo servizio, considerato che non abbiamo proteste ufficiali all’Urp (Ufficio relazioni pubbliche). In conclusione, a noi sembra che il servizio vada bene così, per carità, se ci dicono come migliorarlo e c’è una proposta alternativa, ben venga: chiediamo solo un documento scritto dalla conferenza dei sindaci, unica realtà dove devono essere votate le richieste».