Nel braccio di ferro, all’ultima vetrata, instaurato fra i Beni culturali della provincia ed il comune di Riva, si mescolano elementi diversi. Sul comprensibile interesse ad utilizzare i portici a fini economici è cresciuta una questione di principio che vede l’amministrazione impegnata a farsi riconoscere, costi quel che costi, il diritto a disporre della piazza senza che altri ci metta becco.Nella storia, lunga di anni, c’è l’ombra di un affronto che va lavato. Era il ’97 durante i lavori dell’arredo urbano, le piazze centrali sottosopra. Fra la montagna dei problemi quotidiani spunta quello dei tavolini degli alberghi Centrale, Benacense e Portici: pacifico che per lavorare devono difendersi dall’òra. La proposta di Winkler viene giudicata una bruttura e respinta in giunta. Una barriera fissa di cristallo per tutta la lunghezza della piazza, con lastre alte un metro e 30, piantate nel terreno e disposte a zig zag, una dietro l’altra, a sei-dieci metri di distanza dal filo dei portici. L’amministrazione, ossia l’assessore Matteotti e l’architetto Campetti, con la benedizione di Molinari sindaco, elaborano un progetto alternativo: chiusura con cristalli degli archi dei portici secondo un disegno che l’architetto Carlini, responsabile per il Basso Sarca dei Beni culturali, approva e applaude. Ma il progetto a Trento rimedia una sonora ed inattesa bocciatura proprio dai Beni culturali. Intanto due operatori su tre, senza riguardo ai tempi eterni della burocrazia, chiudono i portici: l’hotel Portici seguendo al millimetro il progetto Campetti; il Centrale introducendo anche un bprofilo metallico addosso all’arco in pietra grigia che dovrà prima o poi sparire (ma aspettare le carte è economicamente improponibile). I Beni culturali impongono a Centrale e Portici di smantellare le vetrate entro il 30 settembre: loro se ne impipano, tacitamente spalleggiati dal comune che intanto ha presentato ricorso al Tar contro Beni culturali e provincia. Matteotti potrebbe chiudere la bega semplicemente ritoccando un qualunque insignificante dettaglio nel progetto Campetti, tanto per poter dire che non è più quello bocciato nel ’97. Oggi, con Molinari assessore di riferimento, non c’è dubbio sull’approvazione. Invece no: il comune aspetta che il Tar imponga ai Beni culturali di rimangiarsi la loro decisione. Se al Tar dovesse vincere la provincia, Matteotti annuncia che si andrà avanti, al consiglio di Stato. Il comune non può e non vuole accettare che un qualunque servizio provinciale si permetta di eccepire su un progetto, tecnicamente valido ed esteticamente ineccepibile, redatto dal comune sull’utilizzo della piazza principale di Riva. A Riva devono poter comandare i rivani.
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In piazza comandano i rivani. Prova di forza fra comune e Beni culturali provinciali
La guerra dei portici
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