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Da San Pietro il premio più bello per Shalom

Importante riconoscimento alla Comunità rivana

«Dalla Torre Apponale alla cupola di San Pietro». Si potrebbe sintetizzare in questa frase il percorso e la crescita compiuti dall’«Associazione Shalom-Solidarietà internazionale» che, nata nel 1979 ad opera di Paolo ed Eliana Maino e di don Domenico Pincelli, è impegnata nella sensibilizzazione alla solidarietà e, in ogni angolo della terra, con numerosi e importanti progetti. Dopo l’approvazione diocesana, arrivata nel ’97 dall’Arcivescovo Giovanni Maria Sartori, l’associazione presieduta da Paolo Maino ha da poco visto riconosciuto il suo impegno nella formazione umana e spirituale da un altro organismo particolarmente importante. Circa un mese fa, infatti, in occasione del IX convegno internazionale svoltosi a Bari, è arrivata la notizia che Shalom era stata accolta nella «Fraternità Cattolica delle Comunità di Alleanza». Un evento d’enorme importanza dato che la «Fraternità» è un’associazione privata di fedeli cristiani di diritto pontificio, vale a dire approvata e particolarmente incoraggiata dal Santo Padre. Essa è composta da una quarantina di Comunità provenienti da ogni parte del mondo (Australia, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Italia, Francia, Ruanda…) accomunate dal patto personale e libero con il quale ciascun membro ne condivide lo stile di vita e partecipa attivamente alla missione specifica, trovano nel «Pontificio consiglio dei Laici» il mezzo con cui esprimere le sue relazioni con il Pontefice. «Tutto questo – ha commentato il professor Tiziano Civettini, diacono e vice presidente della «Comunità Shalom» – ci ha riempito di gioia e ci ha confermato a vivere nella Chiesa e per la Chiesa il carisma di questa piccola nostra Comunità: la Pace. Ciò comporta il cercare di vivere come uomini e donne di pace sul lavoro, in famiglia, in Comunità e in ogni ambiente in cui ci si trova, il mettere a disposizione almeno la decima parte delle proprie entrate economiche, affinché si trasformino in piccole-grandi gocce di pace, là dove l’uomo soffre la fame e la guerra, il proporre e realizzare percorsi di evangelizzazione capaci di opporsi all’attuale neo-paganesimo, che puntano ad una formazione cristocentrica, basata sulla propria dignità battesimale.

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