Ha aperto i battenti, ieri pomeriggio ad Arco, la mostra «Hortus Conclusus» allestita dall’assessorato alla cultura comunale e curato da Giovanna Nicoletti. Dopo il positivo esito della rassegna natilizia “Les enfants du paradis”, che ha richiamato a Palazzo Panni un folto pubblico, è la volta di un linguaggio decisamente più sperimentale, non più classico ma arte contemporanea. Il tema del percorso, presentato ieri in conferenza stampa dall’assessore Morandi, è la natura intesa come occasione di benessere e svago. Il paesaggio come elemento totalizzante e caratterizzante del territorio. La mostra impegna ben tre sedi espositive. L’Atelier Segantini fa da cornice alle opere di Alda Failoni, alle sue rappresentazioni di giardini, orti, di confini da varcare, di soglie tra varie dimensioni. Il parco Arciducale, invece, è lo spazio espositivo di Karen Yurkovich che con le sue “tracce” ha finito per sovvertire l’ordine del giardino capovolgendo la vegetazione ed innescando una riflessione sulla vita e la morta grazie al confronto tra natura viva e piante messe ad essicare. Il castello, o meglio la prigione del sasso, diventa lo scenario ideale per Elisabeth Hölzl che “obbliga” i visitatori ad entrare nella roccia attraverso un tunnel di pvc “costringendoli” a vivere uno spazio ristretto all’interno di un corridoio trasparente. Uno spazio asettico che spinge alla riflessione. La mostra rimarrà aperta fino all’11 maggio.
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Fino all'11 maggio sarà possibile visitare la mostra che ha per tema la rappresentazione simbolica di orti e giardini
La natura come opera d’arte: al via «Hortus Conclusus»
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