lunedì, Aprile 29, 2024
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CONCLUSO IMPORTANTE STUDIO MULTICENTRICO SULLA CATARATTA SU CIRCA 16.000 PAZIENTI. Vi ha preso parte l’Oculistica dell’Ospedale di Desenzano

LA RICERCA HA COINVOLTO 10 NAZIONI EUROPEE

L’Unità Operativa (U.O.) di Oculistica dell’Ospedale desenzanese, diretta dal Dr. Fausto Vigasio, ha preso parte ad un importante studio multicentrico sulla prevenzione delle endoftalmiti, rarissime, ma possibili infezioni oculari postoperatorie, che possono verificarsi quando s’interviene chirurgicamente per la presenza di una cataratta (ma sono possibili anche dopo altri tipi di chirurgia oculare). A spiegarci l’importanza di questa ricerca è proprio il Dr. Vigasio.“Quest’importante studio multicentrico per le problematiche riguardanti la prevenzione delle endoftalmiti associate all’l’intervento per la cataratta , iniziato nel settembre 2003 e conclusosi nel gennaio 2006, ha coinvolto oltre 16.000 pazienti di dieci nazioni europee: Austria, Belgio, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna, Turchia, Gran Bretagna ed Irlanda”.Dottore, c’era solo l’AOD in rappresentanza dell’Italia in questo studio?“ No, il Coordinatore per l’Italia era il Dr. Roberto Bellucci, primario dell’U.O. di Oculistica dell‘Ospedale di Borgo Trento di Verona ma, soprattutto, ex primario qui a Desenzano. E’ stato proprio lui a coinvolgerci in questo studio del quale, in questi giorni, sono stati pubblicati i risultati”.Ecco, ci spiega di che cosa tratta questo studio?“Questo studio ha affrontato con l’ausilio di farmaci antibiotici scelti opportunamente, le migliori modalità possibili per impedire le endoftalmiti, infezioni eventualmente contratte durante le fasi dell’intervento e del post-intervento di cataratta. In Italia, oggi, si eseguono in un anno circa 400.000 interventi per cataratta e di questi 2.500 nella nostra Azienda Ospedaliera nei due presidi di Desenzano e di Manerbio. Questo studio, di fatto, ha avuto come obiettivo di identificare delle Linee guida Europee per l’ottimale messa a punto di procedure utili a prevenire queste gravi infezioni. Di quali farmaci stiamo parlando?“I farmaci in questione sono due: il cefuroxime, antibiotico iniettabile dal chirurgo nella camera anteriore dell’occhio a fine intervento ( cioè proprio iniettato nell’occhio nella sede anatomica in cui si svolge l’operazione stessa) e la Levofloxacina ,antibiotico in collirio da utilizzare prima e dopo l’operazione anche a domicilio. Entrambi questi due farmaci servono ad impedire le infezioni . Durante i tre anni di questo studio, entrambi i farmaci sono stati somministrati con modalità differenti ad alcuni pazienti, mentre ad altri pazienti no, in modo randomizzato previa approvazione del Comitato Etico e una volta ottenuto il consenso informato dei pazienti. La sperimentazione ha provato che l’utilizzo di questi antibiotici e specialmente dell’iniezione di cefuroxime in camera anteriore dell’occhio sono utilissimi per prevenire le endoftalmiti dopo intervento di cataratta”.Le infezioni all’occhio sono frequenti?“Per fortuna le percentuali d’infezioni sono molto ridotte (inferiori allo 0,2% degli interventi) ma le endoftalmiti post-chirurgiche determinano delle conseguenze gravissime che possono, nei casi più seri, procurare la perdita della funzionalità dell’occhio”.Lo studio è stato impegnativo ?“Direi molto. In pratica una volta che lo Studio è iniziato ha partecipato tutto il Reparto: i medici per la selezione, gli interventi chirurgici veri e propri ed i controlli e la raccolta dei dati, la Caposala con le Infermiere per la preparazione e l’assistenza agli operandi; gli infermieri del blocco operatorio per gli interventi e gli infermieri dei poliambulatori per i controlli postoperatori. L’ “‘informatica” ci ha supportato per la parte delle cartelle computerizzate e dei dati da inviare al Centro Coordinatore in Gran Bretagna. “Il risultato di questo studio – ha commentato il Direttore Generale Mauro Borelli -, è molto importante perché l’intervento alla cataratta è, nel corso degli anni, divenuto uno delle operazioni più frequenti. Essere riusciti a stabilire che l’utilizzo di questi farmaci abbassa ulteriormente il pericolo d’infezioni, è un risultato importantissimo e l’AOD è orgogliosa di aver fatto la sua parte in quest’importantissimo studio europeo”.

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