IAtteso da tempo, è maturato ieri il primo appuntamento dei gargnanesi con Villa Feltrinelli, la dimora ottocentesca posta a nord di Gargnano, progettata dall’architetto Alberico Belgiojoso. Lo stabile è da tempo identificato come la «Villa del Duce», dopo che tra l’ottobre 1943 e l’aprile 1945 la residenza ospitò Benito Mussolini, capo del fascismo, durante la Repubblica sociale. Ottenuta, quattro anni fa la concessione edilizia per ricavarvi un albergo di lusso, la villa è stata oggetto di lavori. Tra le due teorie avanzate da sempre per meglio valorizzare lo storico edificio – centro di documentazione sulla Repubblica Sociale o albergo di lusso -, ha definitivamente prevalso la seconda, ed ora è la villa pronta per essere lanciata sul mercato turistico ad alto livello. Ieri i gargnanesi hanno avuto un primo riscontro di come sono andate le cose e degli effetti della trasformazione. Infatti, tra le 14 e le 18, la villa è stata aperta al pubblico, che l’ha potuta visitare. Un’esperienza interessante con gli uomini del Comune e i volontari della Pro loco, impegnati nel dare una mano nel far rispettare le norme e anche le aiuole, fresche di semina, che verrà riproposta in ottobre. Un appuntamento che la gente ha dimostrato di gradire, a giudicare dal numero di persone che ha raggiunto la villa in un pomeriggio soleggiato e caldo. E, così, oltre alla soddisfazione, si è avverato anche il sogno di parecchi che la villa l’avevano vista solamente dall’esterno, a causa dell’impossibilità di entrarvi. D’altra parte, negli ultimi anni lo stabile era stato oggetto di lavori, per cui la visita era impossibile. In precedenza (periodo 1981-1996) i proprietari (la famiglia Regalini di Gussago) utilizzavano la dimora in maniera privata: esclusa, quindi, ogni infiltrazione, ad esclusione delle scorribande di chi ha fatto sparire mobili e arredi. Prassi che, ovviamente, non era soggetta ad autorizzazione. Prima ancora (tra il termine della seconda guerra mondiale e la vendita avvenuta dai Feltrinelli ai Regalini, ad inizio degli anni Ottanta), la villa era sorvegliata da parte di una coppia di gargnanesi (Pierino Noventa e Flaminia Cervini) che la custodivano ben prima che ci passasse il Duce. Ma Pierino e Flaminia lasciavano il passo solamente a poche persone, fidate e amiche. Qualche gargnanese – fino a ieri – aveva ricordi della villa proprio come era prima degli anni Ottanta, con una rievocazione che – apprezzata o meno – riportava a galla un periodo importante, legato ad un momento particolare della vita italiana: gli anni terminali dell’epoca fascista. Adesso, ha dichiarato il direttore generale del Villa-Hotel, Christophe Bergen, «più che Mussolini, noi intendiamo legare l’ospitalità che offriremo al ricordo del passato della borghesia gargnanese ed alla famiglia dei Feltrinelli in particolare, di cui nella Villa tutto pare parlare».
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