giovedì, Aprile 25, 2024
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Venerdì sera un recital sulle beghe da campanile con gli odiati bardolinesi. Il gruppo El sòlit s-ciapét presenterà «En mès gh’è la Ròca»

Le antiche liti sul palcoscenico

S’intitola «En mès gh’è la Ròca», ossia «In mezzo c’è la Rocca». E il colle della Rocca, si sa, divide Garda da Bardolino. È dedicato alle antiche bèghe di campanile fra gardesani e bardolinesi il recital organizzato per venerdì 10 al palacongressi dal centro culturale Pal del Vò e da un gruppo che si fa chiamare El sòlit s-ciapét, estemporanea formazione teatral musicale che di tanto in tanto si riunisce per riproporre i temi della tradizione gardesana. A dar man forte ai teatranti (fra gli animatori storici del team ci sono Francesco «Checco» Mazza e Maria Antonietta Vianini), stavolta ci sono il pianista Lucio Bonometti, Egidio «Pino» Sala, raccoglitori di cimeli sonori del canto popolare locale, il coro La Rocca, i poeti gardesani e il circolo fotografico Città di Garda. Fra gardesani e bardolinesi l’ostilità, infatti, era continua. Le sassaiole sotto la Rocca non facevano neppure notizia. E per porre fine al dissidio un certo giorno i parroci dei due paesi decisero d’organizzare una sorta di festa di riconciliazione. Ecco qui di seguito come andò a finire, nella narrazione, gustosissima, che ne fa Pino Crescini: «Narrano i vecchi », scriveva il professore dei gardesani màgna àole, «che i pastori dei due paesi, ben consci che quella feroce ostilità non era gradita al Dio della pace e dell’Amore, tanto dissero e tanto fecero da convincere le due comunità a una colossale festa di conciliazione. Accanto ai maggiorenti, al clero, alle bande municipali si accalcarono in quel giorno a Garda contadini, sensali e commercianti di Bardolino e pescatori e barcaroli del luogo. Ahimè, le intenzioni erano ottime, ma il luogo scelto per l’abbraccio di pace veramente infelice e foriero di più gravi tempeste. Si trattava dei Canevini, dove erano stati spalancati i portoni e dalle vése scorreva a fiumi il vino. Fatto sta che a un tratto la festa si trasformò in una gigantesca battaglia, dove gli strumenti musicali si trasformarono in tragicomiche armi». Di questo e d’altro si riderà al palacongressi.

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