lunedì, Ottobre 7, 2024
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Collocati i cartelli che impediscono alle «doppiette» di sparare sulla passeggiata più frequentata della cittadina

L’oasi vietata alla cacciaarriva sul lungolago

Sono comparsi da poche ore i cartelli che delimitano l’oasi «Basso lago», con divieto di caccia, istituita dalla Provincia all’interno della Zona a protezione speciale (zps) individuata dalla Comunità europea nell’area del Basso Garda. Verona ha dunque ottemperato alle normative Cee e regionali attuando le misure di attenuazione dell’impatto venatorio sollecitate anche da una diffida di Legambiente, Lipu e Wwf.Nella cittadina arilicense le tabelle sono visibili anche sul lungolago Mazzini, in pieno centro storico. Una vista, all’apparenza, quantomeno insolita. È uno dei tratti del confine meridionale dell’oasi che è stata delineata subito a Sud della fascia d’acqua da Garda a Fossalta di Lazise, dove quest’anno Verona ha deciso, dopo 15 anni, di riaprire la caccia. La zps del Basso Garda inizia da Fossalta, a Nord di Pacengo, e arriva sino a Punta Grò, al confine con la provincia di Brescia e la regione Lombardia. Questa fascia protetta di territorio fa parte della rete di Natura 2000, tutelata dalla Cee come zona di protezione dell’avifauna e degli habitat.Qui la Provincia ha disegnato la nuova oasi di interdizione che poteva riguardare l’intero ambito di protezione. Verona ha invece deciso per l’opzione della parzialità, consentita dalla normativa regionale. E ha posto il divieto solo in una parte della zps istituendo l’oasi «Basso lago» che parte dal confine Sud dell’oasi «Lago di Garda»: esterna alla zps e individuata a 500 metri dalla riva del lago di fronte alla località Fossalta. Di qui l’oasi «Basso lago» scende a Sud e all’altezza del porto di Pacengo questo confine ideale fa un angolo di 90° e raggiunge la riva toccando il porto di Pacengo. Da qui, rimanendo sulla riva, il confine della nuova oasi continua per tutto il territorio rimanente di Lazise, il litorale di Castelnuovo e quello di Peschiera sino alle acque antistanti il campeggio Bell’Italia. Questo è il confine a terra dell’oasi che dal Bell’Italia viene chiusa da un’ideale linea diritta che ritorna in mezzo al lago sino a raggiungere il confine con Brescia e congiungersi a nord con l’oasi «Lago di Garda».«Non è stato facile trovare il punto di equilibrio tra le normative europee e regionali le richieste dei vari Comuni interessati dall’oasi», spiega l’assessore provinciale all’ambiente, Luca Coletto, sottolineando la collaborazione degli enti locali. «Abbiamo ottenuto un buon risultato che ritengo possa soddisfare sia i cacciatori che gli ambientalisti, scegliendo un’area ritenuta particolarmente idonea anche per tipologia ambientale, in particolare per la presenza di canneti».

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