lunedì, Dicembre 11, 2023
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«Mi opprime la presenza delle SS»

Coster­mano. Un atto non solo dovu­to ma anche sen­ti­to. Il con­sole gen­erale di Ger­ma­nia in Italia, Axel Hart­mann, dopo l’an­nun­cio del­la scelta fat­ta dal suo paese di rimuo­vere dal cimitero mil­itare i lib­ri in bron­zo con incisi i nomi dei tre crim­i­nali di guer­ra Wirth, Schwarz e Reich­leit­ner, va oltre la for­mal­ità. Domeni­ca, alla cer­i­mo­nia di com­mem­o­razione dei Cadu­ti tedeschi, par­lerà non solo come diplo­mati­co ma soprat­tut­to come uomo che con­dan­na dura­mente la polit­i­ca folle delle SS. Non dirà poco. Parole esplicite di dis­ap­provazione e di pre­sa di dis­tan­za da tut­to ciò che ha sig­ni­fi­ca­to il prog­et­to sceller­a­to di demolizione del popo­lo ebreo. E parole di moni­to per­chè le atroc­ità del pas­sato non si ripetano e per­chè i gio­vani capis­cano la sto­ria, quel­la «vera», del sec­on­do con­flit­to mon­di­ale. «Molti dei 22mila sol­dati tedeschi che han­no trova­to a Coster­mano, lon­tano dal­la loro patria, l’ul­ti­ma dimo­ra», è scrit­to nel dis­cor­so che Hart­mann farà domeni­ca per il Giorno di lut­to nazionale del popo­lo ger­man­i­co, «era­no gio­vani, poco più che ven­ten­ni. Anco­ra pri­ma che le loro vite fos­sero effet­ti­va­mente iniziate, rimasero vit­time del­la guer­ra che Hitler ave­va com­in­ci­a­to in modo crim­i­nale e che ter­minò solo con la scon­fit­ta del sis­tema nazion­al­so­cial­ista dis­prez­zante del­l’essere umano».Hartmann non usa mezzi ter­mi­ni. «Com­memo­ri­amo tut­ti i mor­ti di guer­ra e di dis­po­tismo», ricor­da nel suo dis­cor­so, «com­memo­ri­amo 6 mil­ioni di ebrei uccisi da mano tedesca; com­memo­ri­amo tut­ti i popoli che han­no sof­fer­to durante un con­flit­to… qui a Coster­mano com­memo­ri­amo in modo par­ti­co­lare le vit­time mil­i­tari e civili di ques­ta guer­ra con­dot­ta in maniera crim­i­nale in Italia». Il con­sole tedesco può final­mente, di fronte alla rimozione dei lib­ri d’onore e all’alles­ti­men­to di una mostra per­ma­nente che, sem­pre domeni­ca, sarà uffi­cial­iz­za­ta insieme a due testi che con­dan­nano i tre ger­ar­chi nazisti, il con­sole può andare oltre. E può ricor­dare «gli ostag­gi uccisi, fra cui molte donne e bam­bi­ni, a Marz­abot­to, a San­t’An­na di Stazze­ma e in altri luoghi ital­iani che sono sinon­i­mi di dis­prez­zo del genere umano e di cri­m­i­ni con­tro l’u­man­ità. Questo cimitero», con­tin­ua Hart­mann, «vuol essere un luo­go di coscien­za e ricor­do ma anche di ammon­i­men­to: negli ulti­mi anni è sta­to ogget­to di con­tro­ver­sie per la pre­sen­za delle salme di per­sone che effet­ti­va­mente furono coin­volte nel­l’uc­ci­sione sis­tem­at­i­ca del­la popo­lazione ebrea, per­sone che furono dunque autori e non vit­time». Con­tin­ua, por­tan­do il dis­cor­so a un liv­el­lo più inti­mo: «Per me per­sonal­mente è oppri­mente sapere che quelle per­sone giac­ciono qui in questo cimitero assieme alla gran parte di gio­vani sol­dati che la pro­pa­gan­da nazion­al­so­cial­ista ha ingan­na­to o che per dovere sono andati in guer­ra e vi han­no trova­to la morte». Poi, la richi­es­ta, sta­vol­ta implici­ta, di non essere peg­giori di chi ha fat­to tan­to male: «Il rispet­to per il riposo dei mor­ti ci chiede di toller­are la loro pre­sen­za: alla fine han­no paga­to le loro azioni sprez­zan­ti con la vita e nes­sun giu­dice ter­reno potrà più giudicarli».Poi, il deside­rio che le polemiche dopo tan­ti anni si plachi­no, riv­olto soprat­tut­to a chi da sem­pre lot­ta per ottenere la rimozione delle salme delle tre Ss e la can­cel­lazione del loro nome dagli albi d’onore: «Auguro al cimitero di Coster­mano», sot­to­lin­ea Hart­mann, «di rimanere per sem­pre un luo­go di memo­ria e di ammon­i­men­to allo stes­so tem­po… noi tut­ti abbi­amo cre­du­to che guerre e geno­ci­di non fos­sero più con­cepi­bili in Europa e poi negli anni ’90 sui Bal­cani ci siamo dovu­ti ricredere. Non si trat­ta di elab­o­rare il pas­sato, per­chè non è pos­si­bile, non lo si può cam­biare. Ma chi soc­chi­ude gli occhi din­nanzi al pas­sato, non riesce a vedere il pre­sente». Infine, un det­to pro­prio di quel­la cul­tura ebraica che il Ter­zo Reich ha tan­to perse­gui­tato: «Il seg­re­to del­la reden­zione si chia­ma ricor­do». Il dis­cor­so che il con­sole tedesco ter­rà domeni­ca a Coster­mano dovrebbe quin­di essere l’epi­l­o­go delle ten­sioni che da decen­ni vedono impeg­nati in man­i­fes­tazioni di protes­ta, soprat­tut­to in occa­sione del­la cer­i­mo­nia di novem­bre, paci­fisti, ex inter­nati, famil­iari di vit­time e sem­pli­ci cit­ta­di­ni. «Final­mente han­no fat­to l’u­ni­ca cosa che dove­vano fare, al di là di tan­ti dis­cor­si», inter­viene Raul Ada­mi, pres­i­dente veronese del­l’As­so­ci­azione nazionale par­ti­giani d’I­talia, «in questo cimitero c’era un grande neo, la pre­sen­za tra tan­ti inno­cen­ti di questi aguzzi­ni, bisog­na­va dir­lo e bisog­na­va pren­dere la dis­tanze da ciò che han­no rap­p­re­sen­ta­to. È impor­tante con­tin­uare a ricor­dare che certe per­sone non van­no ono­rate e se ci sono i nos­tal­gi­ci che vogliono far­lo, lo fac­ciano, ma fan­no rid­ere oltre che far rab­bia… questo è l’u­ni­co guaio vero del­la democrazia, che tut­ti pos­sono dire la loro, anche quel­li che inneg­giano a dei crim­i­nali di guer­ra…». Poi, il moni­to: «Chi ha sof­fer­to le vio­len­ze dei fascisti veri, quel­li che met­te­vano le per­sone nei campi di ster­minio e gliene face­vano di tut­ti i col­ori pri­ma di ammaz­zarle, non può avere pau­ra dei fascisti di oggi nè tan­tomeno delle loro argo­men­tazioni assurde… meno anco­ra di tre tombe».

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