lunedì, Ottobre 2, 2023
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Segantini e il paesaggio divisionista: natura, memoria e simbolo — una mostra imperdibile alla Galleria Civica G. Segantini Arco

L’e­s­po­sizione inda­ga la predilezione di Gio­van­ni Segan­ti­ni a rap­p­re­sentare il pae­sag­gio mon­tano, dalle prove in Bri­an­za alle ricerche sim­boliste.

Legati al tema del pae­sag­gio, accan­to alla opere di Segan­ti­ni, la mostra pre­sen­ta lavori di altri pro­tag­o­nisti del­la sta­gione divi­sion­ista, una delle più sig­ni­fica­tive del­l’arte ital­iana: Giuseppe Pel­liz­za da Volpe­do, Ange­lo Mor­bel­li, Emilio Lon­go­ni, Vit­tore Gru­bi­cy De Drag­on, Lui­gi Con­coni, Gio­van­ni Sot­to­cornola, Cesare Mag­gi, Car­lo Fornara, Ben­venu­to Ben­venu­ti, Gui­do Cinot­ti, Bal­das­sarre Lon­go­ni, Car­lo Cressi­ni, Alber­to Bono­mi e Mat­teo Oliv­ero.

La mostra si dipana lun­go Tre sezioni tem­atiche – Natu­ra, Memo­ria, Sim­bo­lo – viene pre­sen­ta­ta una visione com­p­lessi­va sul pae­sag­gio mon­tano, dalle baite agli alpeg­gi, dalle vette alle val­li, ai prati fior­i­ti, ai laghi.

NATURA: la sezione si focal­iz­za sul con­testo mon­tano con tele cele­bri: Ritorno dal bosco (1890): una figu­ra fem­minile avan­za ver­so il vil­lag­gio, tra la neve trasci­nan­do una slit­ta con il leg­name: pro­cede sev­era e mae­sosa nel can­dore che la cir­con­da; Vac­ca bruna all’abbev­er­a­toio (1892), accan­to opere di C. Mag­gi, C. Fornara ed E. Lon­go­ni. con­tem­po­ranei o di una più gio­vane gen­er­azione di pit­tori, nel sol­co del­la sua lezione.

SIMBOLO: intorno alla sec­on­da metà degli anni ‘90– il pae­sag­gio, rap­p­re­sen­ta rif­les­sioni sti­molante e lumi­nosi, e riman­da ad un oltre sim­bol­i­co e ideale,.si car­i­ca di fas­ci­no let­ter­ario ed emo­ti­vo inte­ri­or­ie: L’amore alla fonte del­la vita (1899) in un ven­taglio e all’An­ge­lo del­la vita (1894–1896), bozzet­to per un olio più grande, alla GAM di , di inten­sità emo­ti­va notev­ole, sono affi­an­cate da tele di raf­fi­na­ta nos­tal­gia di Giuseppe Pel­liz­za da Volpe­do, Vit­tore Gru­bi­cy De Drag­on, e altri.

MEMORIA: Gru­bi­cy De Drag­on. criti­co, pit­tore, collezion­ista e mer­cante, pone al cen­tro la sogget­tiv­ità del­l’artista, con lil suo sen­tire le immag­i­ni. Il pae­sag­gio diven­ta luo­go del­la memo­ria, risveg­lia sen­sazioni lon­tane nel tem­po. Con lui gli artisti G. Sot­to­cornola, C. Cressi­ni e L.Conconi priv­i­le­giano la pit­tura di spazi lumi­nosi, mutevoli„ che rispec­chi­ano, per esten­sione, il sen­so mis­te­rioso e inconosci­bile del­la vita, delle gior­nate, del mon­do inte­ri­ore: albe, cre­pus­coli, ombre improvvise.Il trat­to fon­dante delle loro opere nasce da una pro­fon­da rif­les­sione sul­la tradizione, la pit­tura Otto­cen­tesca, inte­sa appun­to come for­ma di memo­ria, per giun­gere a dipin­gere gli effet­ti del­la luce nei pae­sag­gi, esaltazione del­la valen­za del seg­no e del col­ore.

Una ulte­ri­ore sala è ded­i­ca­ta alla Collezione per­ma­nente del­la Gal­le­ria civi­ca, con opere di Gio­van­ni Segan­ti­ni del peri­o­do milanese e bri­anteo di pro­pri­età del­la Cit­tà di Arco ed in depos­i­to a lun­go ter­mine pres­so il : nature morte, ani­mali da cor­tile, dis­eg­ni vari, dal toc­co mirabile!!

MT

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