venerdì, Dicembre 8, 2023
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Mostre, scoppia il «caso-Brescia»

L’attacco è diret­to, pesante. Sen­za giri di parole. L’Icom, l’istituzione che dà voce a gran parte dei diret­tori di musei ital­iani, con­tes­ta le Gran­di mostre e il modello-Brescia.Il pres­i­dente di Bres­cia Musei Agosti­no Man­to­vani non ci sta, prende car­ta e pen­na e risponde pun­to per pun­to al j’accuse di Icom Italia.Se ne par­lerà anche ven­erdì, a un con­veg­no a Cre­mona. Intan­to c’è un carteg­gio» che cresce e si arroven­ta. Il ragion­a­men­to di Icom, rac­chiu­so in un lun­go doc­u­men­to, è net­to: risorse e vis­i­ta­tori di mostre e musei rap­p­re­sen­tano quan­tità lim­i­tate. Più ne van­no alle mostre, meno ne van­no ai musei. Non solo. Più si ded­i­cano atten­zioni alle mostre, più avan­za una con­cezione com­mer­ciale che va a scapi­to dei musei e delle loro diversità.LA TESI DI MANTOVANI è oppos­ta: mostre e musei si aiu­tano a vicen­da. Il mod­el­lo-Bres­cia non è un inno all’«effimero» ma si sostanzia di gran­di inves­ti­men­ti anche su strut­ture muse­ali per­ma­nen­ti. Dietro all’attacco di Icom il pres­i­dente di Bres­cia Musei intravede «inter­es­si cor­po­ra­tivi» e resp­inge una visione manichea che con­trap­pone civi­ci musei gui­dati da «per­son­ag­gi sen­za mac­chia e sen­za pau­ra» ad asses­sori alla Cul­tura, enti locali e Fon­dazioni ex ban­car­ie ani­mati da dis­eg­ni oscuri.Mantovani riven­di­ca con orgoglio il mil­ione e mez­zo di vis­i­ta­tori total­iz­za­ti dalle mostre bres­ciane: per­sone che han­no scel­to di dedi­care il loro tem­po all’arte anzichè ad altri svaghi, e han­no potu­to ammi­rare tutte insieme opere che nor­mal­mente sono dis­sem­i­nate per il mondo.Mantovani addi­ta poi un «vizio di fon­do» nel ragion­a­men­to Icom, ovvero «un’unica richi­es­ta»: «Asses­so­rati, enti pub­bli­ci, isti­tuzioni, fon­dazioni, pri­vati, smet­tete di fare cul­tura, soprat­tut­to smet­tete di fare le Gran­di mostre e date invece i sol­di a noi, che ci pen­si­amo a gestir­li meglio di voi». Ma Man­to­vani non ci sta: «Si insiste nell’attribuire ai Musei fun­zioni, ruoli e sig­ni­fi­cati, per­al­tro cor­ret­ti, che in prat­i­ca non pos­sono però essere a loro esclu­si­va­mente affi­dati». È fini­to insom­ma un «monop­o­lio», e Man­to­vani è con­vin­to che questo non pos­sa che far bene alla cultura.L’ARRINGA del pres­i­dente di Bres­cia musei resp­inge la tesi che la for­tu­na delle gran­di mostre sia frut­to solo di inves­ti­men­ti nel­la comu­ni­cazione («se la mostra non è di sostan­za il tam-tam la squal­i­fi­ca subito irri­me­di­a­bil­mente»), e ricor­da gli inves­ti­men­ti di Fon­dazione Cab che han­no riv­i­tal­iz­za­to il sis­tema muse­ale cit­tadi­no. Poi la con­tes­tazione det­tagli­a­ta alle tesi Icom. Sui presti­ti a paga­men­to: «Noto solo che è prat­i­ca che si sta dif­fonden­do in tut­to il mon­do», e il mod­el­lo-Lou­vre dovrebbe fare scuo­la. Sui costi esor­bi­tan­ti delle mostre: «Ammin­is­trazione comu­nale e Fon­dazione Cab han­no perse­gui­to i loro obi­et­tivi con la metà del­la spe­sa che altri­men­ti, usan­do un ser­vice invece di un part­ner, sarebbe sta­ta doppia per un anal­o­go prog­et­to». L’immagine del­la cit­tà è cam­bi­a­ta, dice Man­to­vani, men­tre è vero che il tur­is­mo gen­er­a­to dalle mostre è soprat­tut­to «mor­di e fug­gi», ma per quel­lo «bisogn­erà soprat­tut­to inve­stire in accoglien­za». Ai «puristi» Man­to­vani obi­et­ta: «Anco­ra trop­po si enfa­tiz­za la log­i­ca del mer­ca­to pri­va­to ritenu­ta antitet­i­ca a quel­la del pub­bli­co servizio e c’è da chieder­si se gli esper­ti dell’Icom si ren­dano con­to dove va il mondo»Mantovani dimostra poi che le espo­sizioni non han­no sot­trat­to vis­i­ta­tori ai musei bres­ciani ma, gra­zie al sis­tema di bigli­et­tazione, han­no piut­tosto con­voglia­to ver­so di essi molti vis­i­ta­tori. I giudizi di autorità «terze», come Fed­er­cul­tura, vietano poi qual­si­asi accosta­men­to di San­ta Giu­lia ai musei-spet­ta­co­lo dep­re­cati da Icom, men­tre sondag­gi dimostra­no un gradi­men­to del 94% alle mostre bres­ciane. Fuga­to il sospet­to che Bres­cia Musei sia un car­roz­zone («pres­i­dente e Cda non ricevono com­pen­si nè get­toni di pre­sen­za»), Man­to­vani riven­di­ca l’efficacia del mod­el­lo-Bres­cia basato su «uno stret­to ed effi­cace rap­por­to sin­er­gi­co tra pub­bli­co e pri­va­to», con buona pace di chi «accetta il pri­va­to solo se paga e sparisce».

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