Ancora pochi giorni e inizierà la produzione dell’olio nuovo. Se confrontata al 2005, quest’anno la quantità d’olive è minore, ma la qualità degli oli è preavvertita come buona, frutto di un territorio ampio e diversificato, unico nel panorama oleicolo nazionale. Il successo del buon prodotto è anche frutto del lavoro svolto dall’AIPO, l’Associazione interregionale produttori olivicoli, che ha sede a Verona e che da anni opera per migliorare e promuovere la produzione dell’olio dei propri soci. Al suo presidente Albino Pezzini rivolgiamo alcune domande sull’etichettatura.Che logica ha un’etichetta su una bottiglia d’olio?«Chi acquista una confezione d’olio, ma questo vale per ogni preparato dell’agroalimentare, deve leggere con attenzione quel biglietto che è applicato alla bottiglia o alla lattina, l’etichetta appunto, perché definisce l’identità del prodotto e fa capire il livello qualitativo dell’olio contenuto».Cosa troviamo scritto su un’etichetta?«Per prima leggiamo la provenienza dell’olio, che deve essere indicata chiaramente e a tal proposito vorrei esprimere un consiglio: preferite l’olio della vostra regione o, per lo meno, un 100% italiano. Alla designazione dell’origine segue la qualità commerciale dell’olio che può essere: olio extravergine d’oliva (privilegiatelo); olio di oliva vergine; olio di oliva composto da oli d’oliva raffinati e da oli d’oliva vergini; olio di sansa di oliva. Si accompagnano a queste indicazioni d’origine e qualità il nome del produttore e l’indirizzo, la sede dello stabilimento di produzione e di confezionamento, la quantità di olio contenuta (espressa in litri al netto), il lotto, cioè l’identificazione dell’insieme di latte o bottiglie prodotte, la scadenza entro cui consumare l’olio, l’anno del raccolto (obbligatoria nelle produzioni DOP e IGP)».Cosa significa DOP, IGP, Biologico?«L’Unione Europea considera come DOP (denominazione d’origine protetta) un olio extravergine la cui qualità e caratteristiche siano definite da uno specifico ambiente geografico e dal suo legame con fattori naturali e umani irripetibili in altri luoghi. La produzione e il confezionamento di una Dop hanno l’obbligo d’attuarsi all’interno dell’area prescritta dal disciplinare di produzione ed è garantita da un ente di certificazione pubblico o privato. L’Igp (Indicazione geografica protetta) identifica il nome di un luogo di produzione di un olio extravergine che ha qualità e caratteristiche attribuite all’origine geografica. Produzione e confezionamento si attuano nell’area geografica indicata e certificata da un ente di certificazione pubblico o privato. L’olio biologico è un’extravergine ottenuto nel rispetto di norme, internazionali e nazionali, che hanno criteri di coltivazione e di difesa fitosanitaria biologica».
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