domenica, Dicembre 10, 2023
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Olio, leggiamo bene l’etichetta

Anco­ra pochi giorni e inizierà la pro­duzione dell’olio nuo­vo. Se con­fronta­ta al 2005, quest’anno la quan­tità d’olive è minore, ma la qual­ità degli oli è preavver­ti­ta come buona, frut­to di un ter­ri­to­rio ampio e diver­si­fi­ca­to, uni­co nel panora­ma ole­i­co­lo nazionale. Il suc­ces­so del buon prodot­to è anche frut­to del lavoro svolto dall’AIPO, l’Associazione inter­re­gionale pro­dut­tori olivi­coli, che ha sede a Verona e che da anni opera per miglio­rare e pro­muo­vere la pro­duzione dell’olio dei pro­pri soci. Al suo pres­i­dente Albi­no Pezzi­ni riv­ol­giamo alcune domande sull’etichettatura.Che log­i­ca ha un’etichetta su una bot­tiglia d’olio?«Chi acquista una con­fezione d’olio, ma questo vale per ogni prepara­to dell’agroalimentare, deve leg­gere con atten­zione quel bigli­et­to che è appli­ca­to alla bot­tiglia o alla lat­ti­na, l’etichet­ta appun­to, per­ché definisce l’identità del prodot­to e fa capire il liv­el­lo qual­i­ta­ti­vo dell’olio contenuto».Cosa tro­vi­amo scrit­to su un’etichetta?«Per pri­ma leg­giamo la prove­nien­za dell’olio, che deve essere indi­ca­ta chiara­mente e a tal propos­i­to vor­rei esprimere un con­siglio: preferite l’olio del­la vos­tra regione o, per lo meno, un 100% ital­iano. Alla des­ig­nazione dell’origine segue la qual­ità com­mer­ciale dell’olio che può essere: olio extravergine d’oliva (priv­i­le­giate­lo); olio di oli­va vergine; olio di oli­va com­pos­to da oli d’oliva raf­fi­nati e da oli d’oliva vergi­ni; olio di sansa di oli­va. Si accom­pa­g­nano a queste indi­cazioni d’origine e qual­ità il nome del pro­dut­tore e l’ind­i­riz­zo, la sede del­lo sta­bil­i­men­to di pro­duzione e di con­fezion­a­men­to, la quan­tità di olio con­tenu­ta (espres­sa in litri al net­to), il lot­to, cioè l’i­den­ti­fi­cazione del­l’in­sieme di lat­te o bot­tiglie prodotte, la sca­den­za entro cui con­sumare l’o­lio, l’an­no del rac­colto (obbli­ga­to­ria nelle pro­duzioni DOP e IGP)».Cosa sig­nifi­ca DOP, IGP, Biologico?«L’Unione Euro­pea con­sid­era come DOP (denom­i­nazione d’origine pro­tet­ta) un olio extravergine la cui qual­ità e carat­ter­is­tiche siano def­i­nite da uno speci­fi­co ambi­ente geografi­co e dal suo legame con fat­tori nat­u­rali e umani irripetibili in altri luoghi. La pro­duzione e il con­fezion­a­men­to di una Dop han­no l’ob­bli­go d’attuarsi all’interno del­l’area pre­scrit­ta dal dis­ci­pli­nare di pro­duzione ed è garan­ti­ta da un ente di cer­ti­fi­cazione pub­bli­co o pri­va­to. L’Igp (Indi­cazione geografi­ca pro­tet­ta) iden­ti­fi­ca il nome di un luo­go di pro­duzione di un olio extravergine che ha qual­ità e carat­ter­is­tiche attribuite all’o­rig­ine geografi­ca. Pro­duzione e con­fezion­a­men­to si attuano nel­l’area geografi­ca indi­ca­ta e cer­ti­fi­ca­ta da un ente di cer­ti­fi­cazione pub­bli­co o pri­va­to. L’olio bio­logi­co è un’extravergine ottenu­to nel rispet­to di norme, inter­nazion­ali e nazion­ali, che han­no cri­teri di colti­vazione e di dife­sa fitosan­i­taria bio­log­i­ca».

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