giovedì, Maggio 2, 2024
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Lazise è fiera dei suoi uomini "d'onore": un maresciallo dei carabinieri e un capogruppo alpino.

Onorificenza al Merito della Repubblica a Carlo Parolini e Gianluca Battaglia

Sono due i nuovi insigniti lacisiensi dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 2 giugno scorso, Festa della Repubblica, ha voluto onorare con il conferimento dell’onorificenza al Merito della Repubblica italiana.

Al maresciallo Gian Luca Battaglia, comandante della stazione carabinieri dal maggio 2006, è stata conferita l’onorificenza di Ufficiale, mentre al già capogruppo degli Alpini Carlo Parolini è stata conferita quella di Cavaliere.

Lazise è fiera dei suoi uomini. “Due importanti figure che si sono distinti sul nostro territorio – sottolinea il sindaco Luca Sebastiano – da molti anni. Il comandante Battaglia per il grandissimo impegno profuso nella lotta alla criminalità, alla tutela del territorio, alle azioni di difesa della nostra popolazione. Il secondo, Carlo Parolini, per la lunga dedizione al gruppo degli Alpini che  hanno sempre collaborato, e che ancora collaborano con l’amministrazione comunale in ogni attività di volontariato”.

Gian Luca Battaglia è stato comandante della stazione di Pastrengo dal 2001 al 2006 e ha ottenuto dall’amministrazione comunale di Lazise la cittadinanza onoraria il 24 febbraio 2003 per la grande capacità, l’impegno e la disponibilità dimostrata a favore della comunità di Lazise nel periodo 1998-2002, quando era comandante la stazione temporanea, ora divenuta definitiva da anni. Nel corso degli anni ha ottenuto vari apprezzamenti dai Comando della Regione Carabinieri del Veneto e nel 2009 ha ottenuto dal Pontefice Papa Benedetto XVI la Croce Pro Ecclesia et Pontefice. È cavaliere dell’Omri dal 2 giugno 2008.

“Non mi aspettavo un riconoscimento così alto e importante – afferma Carlo Parolini – che mi ha letteralmente sorpreso e commosso. È vero la mia vita è stata dedicata completamente alla famiglia e agli alpini. Le penne nere sono davvero la mia seconda famiglia. Ho sempre lavorato per loro a livello locale e provinciale. E sono ancora pronto per altre avventure sempre con  la penna sul cappello”.

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