Sono rimasti due ore a porte chiuse, poi hanno comunicato il verdetto che tutti si aspettavano, cioè che l’ospedale di Caprino entro nove mesi deve chiudere. L’Ulss garantisce servizi in più, ma gli amministratori sollevano ancora il problema della grande incognita legata all’emergenza-urgenza, una spada di Damocle che incombe sulla montagna, un territorio debole, scarsamente servito, dove raggiungere il malato può trasformarsi in un problema grande, di vita o di morte. Di questo si sono fatti portavoce i sindaci del Baldo Garda che ieri, nella sala riunioni dell’ospedale, hanno incontrato l’assessore regionale alla Sanità Flavio Tosi e il direttore generale dell’Ulss 22 Renato Piccoli. Questi ha garantito: «La struttura darà molte più risposte da domani, rispetto a quelle che offre oggi, essendo ormai questa una struttura sanitaria obsoleta». «La decisione di trasferire tutti i reparti per acuti è solo in parte conseguenza dell’ultima sentenza del Tar Veneto», esordisce Piccoli, «si discute infatti del problema Caprino da tempo». «Qui non resteranno reparti per acuti», ribadisce Tosi, «verrà realizzato un Centro sanitario polifunzionale, saranno aggiunti servizi, l’emergenza resterà garantita dalla presenza dell’ambulanza con un medico presente 24 ore su 24, pronto a intervenire a seconda della gravità del caso». E Piccoli precisa: «Come altre delle nostre ambulanze, anche quella di stanza a Caprino sarà dotata dell’apparecchiatura necessaria ad effettuare l’elettrocardiogramma, da spedire per via telematica al cardiologo dell’ospedale più vicino». Di fatto l’emergenza, in un territorio montano come quello servito da Caprino, è una questione che scotta. Ed è proprio sulla copertura di tale emergenza che i sindaci hanno puntato, chiedendo a Tosi certezze. «Chi fa un ictus a Lumini o in Prada deve avere le stesse garanzie di chi si trova a Verona in Valdonega», sottolinea Carla De Beni, sindaco di Affi, presidente della conferenza dei sindaci della Ulss 22, «e riteniamo anche importante che a Caprino resti la lungodegenza per gli anziani». «Rispetto a quanto prevedeva la delibera di giunta, cioè che i reparti per acuti sparissero e restassero solo i poliambulatori, mi farò personalmente carico di garantire che siano mantenute la lungodengenza, il punto di primo intervento con due posti per la terapia semintensiva, che siano disponibili i defibrillatori automatici, che sia realizzata la piazzola per l’atterraggio degli elicotteri», assicura Tosi. E prosegue: «La Regione ha quattro mezzi fissi e uno stagionale. Numerose zone del Veneto, tra cui Caprino, sentono l’esigenza del volo notturno e stiamo cercando di attivarlo. Come assessore alla Sanità riporterò in Regione le ragionevoli richieste dei sindaci, non credo riceverò obiezioni». Nessuna definizione precisa viene data sui tempi di marcia. Nonostante i verdetti e i tagli sicuri, nulla trapela su eventuali spostamenti logistici o del personale: «Questa è una riunione interlocutoria», assicura Tosi, «ne seguiranno altre, tra amministratori e responsabili dell’Ulls, con i cittadini dei paesi interessati e quindi con il Gruppo difesa salute di Caprino. Sentiremo anche le loro proposte». Da parte sua Piccoli snocciola il programma: «Abbiamo deliberato un’idea che si è concretizzata in un documento esposto ai sindaci del comprensorio e a cui stiamo ancora lavorando. Il nuovo quadro organizzativo prevede che restino il centro dialisi con otto posti letto e due poltrone, il punto di primo intervento che darà una risposta assistenziale sulle 24 ore con quattro letti di astanteria e monitoraggio con parametrazione di terapia semintensiva e presenza dell’ambulanza. Aggiungeremo un ambulatorio chirurgico, cioè una struttura con sala operatoria ambulatoriale per interventi che non richiedono il ricovero. Si garantisce di conseguenza la reperibilità di un medico per la gestione delle complicanze nelle 24 ore successive e l’appoggio di un ospedale qualora diventasse necessario il ricovero». Sulla guardia medica il direttore generale precisa: «L’attività continua rinforzata con il supporto telematico per le urgenze cardiologiche, e tutti i medici di base hanno già a disposizione un eco-cardiografo per fare l’esame ed accertarsi con il cardiologo che non ci siano infarti in corso». A Caprino resterà anche l’Rsa di riabilitazione a indirizzo psico-neuro-geriatrico: «una struttura arrivata dopo il trasferimento di alcuni soggetti dall’ospedale neuro-psichiatrico di Ponton. Confermiamo anche l’ambulatorio polispecialistico, con punto radiologico, punto prelievi, e i servizi ambulatoriali esistenti; continuerà l’attività del centro antidiabetico». Tra i nuovi servizi, è prevista una Residenza sanitaria assistita (Rsa) da riconversione ospedaliera «con 17 posti letto: 10 per la riabilitazione e stabilizzazione delle condizioni generali, sette per la lungodegenza. È stata fatta una convenzione con case di riposo affinché mettano a disposizione da 4 a 6 posti letto per accogliere i malati con patologie pesanti da gestire a domicilio», dice Piccoli. E conclude: «Come già si è accennato è possibile che venga avviata la sperimentazione di quel tipo di assistenza conosciuta come ospedale di comunità, per pazienti dimessi da reparti per acuti o con problemi non gestibili a domicilio. Sarebbe gestita a livello clinico in collaborazione con i medici di base». E Tosi: «Verrà attivata solo in seguito al trasferimento dei restanti reparti di Caprino». E la sede? «Si è fatta l’ipotesi di realizzare una nuova struttura e di destinare la vecchia in parte a edilizia popolare, in parte a servizi, in parte ad appartamenti da vendere. Ma è solo un’ipotesi», dice il sindaco, Stefano Sandri.
!
L’assessore regionale alla sanità Tosi conferma la chiusura dei reparti per acuti ma punta sui servizi per l’emergenza. Garantiti l’ambulanza, il medico 24 ore su 24, Rsa e chirurgia in ambulatorio