lunedì, Aprile 29, 2024
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Il direttore dell’Azienda di Desenzano rilancia l’ipotesi ampliamento. «E’ tutto pronto, trovare un’altra sede sarebbe inutile»

Ospedale, largo a Gavardo

«L’ospedale di Gavardo deve essere ampliato: è questa la soluzione più ragionevole e la più praticabile per l’assistenza sanitaria dedicata al Garda e alla Valsabbia». E’ la convinzione che Mauro Borelli, direttore dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, ha ribadito in un incontro organizzato venerdì sera a Gavardo dalla Lega nord. Accantonata l’idea della costruzione di un nuovo ospedale (il famoso progetto di Roè Volciano), Borelli ripropone a gran voce quella dell’ampliamento gavardese, con la costruzione di un «alberghetto», come l’ha chiamato lui, in grado di ospitare 200 degenti su 8000 metri quadri collegati alla piattaforma servizi esistente. «In questo modo – ha sostenuto il dirigente -, se calcoliamo un costo di 1500 euro al metro quadro, con 12 milioni di euro amplieremmo notevolmente l’offerta di Gavardo, e dei 29 milioni in arrivo dalla Regione ci resterebbe qualcosa anche per potenziare i poliambulatori di Vestone e Gargnano, e per trasformare Salò e Fasano in poli riabilitativi competitivi». Proprio Salò era tra i nodi più complessi da sciogliere. «Non ho deciso io di chiudere l’ospedale – ha commentato Borelli -, lo ha deciso chi 15 anni fa ha pensato di eliminare le sale operatorie. Ora c’è un edificio fatiscente, con molti vincoli della Sovrintendenza. Per renderlo utilizzabile bisognerebbe raderlo al suolo e ricostruirlo. E’ invece più attuabile l’ipotesi di vendere e investire quei soldi in un nuovo centro che sia realmente utilizzabile. Tutto questo, naturalmente, se l’amministrazione comunale (che dice no alla soluzione Gavardo) acconsentirà». Per ora, lo ricordiamo, la riabilitazione è stata spostata con un accordo tra pubblico e privato a Villa Gemma, «un accordo per tre anni che potrà essere rinnovato, ma il nostro lago – ha proseguito il direttore dell’Azienda ospedaliera – è deputato naturalmente alla riabilitazione. Anche Fasano, se verrà mantenuto, potrebbe diventare un importante centro cardiologico». Ha le idee chiare Borelli, e un progetto in tasca che potrebbe cambiare l’offerta sanitaria di questa zona: «La Regione – ha continuato – mi ha confermato che nel 2005 arriveranno i soldi che ci sono stati promessi (29 milioni di euro, appunto); noi potremmo praparare il nostro progetto per l’ampliamento di Gavardo, e in 22 mesi dalla posa della prima pietra avere un ospedale più grande. Per adesso stiamo già provvedendo all’ammodernamento del pronto soccorso (che nel 2003 ha gestito quasi 39 mila richieste), e non appena arriveranno i soldi già destinati (un miliardo di vecchie lire) potremo mettere in funzione la nuova sala rianimazione». 31 dei 35 sindaci interessati all’operazione ospedale hanno già dato la loro adesione, «solo due – ha concluso il manager – sono contrari a questa filosofia operativa. Credo quindi che ci siano le premesse per realizzare il tutto in tempi brevi. Rimettersi attorno a un tavolo per trovare un’altra soluzione che metta d’accordo 35 sindaci mi sembra poco verosimile. In aggiunta c’è da dire che il Comune di Gavardo ci ha molto agevolato in questo senso, perchè ha inserito nel Piano regolatore il nostro progetto con la possibilità di una volumetria superiore rispetto alla norma, e questo perchè l’ospedale è senza dubbio un bene collettivo».

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