lunedì, Ottobre 7, 2024
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Incontro con il sottosegretario Brancher ideatore dell’operazione con l’Inail per evitarne la chiusura. Finché non ci sarà chiarezza sul progetto di ristrutturazione e gestione

Ospedale, vendita sospesa

«Finchè non c’è chiarezza sul progetto di ristrutturazione dell’ospedale di Malcesine e precisione sulla gestione, non si proceda con la compravendita all’Inail». È questo l’ultimo clamoroso sviluppo della vertenza sul nosocomio dell’alto lago veronese, scaturito durante una riunione, ristretta e a porte chiuse, tenutasi a Malcesine alla presenza del sottosegretario alle riforme istituzionali, Aldo Brancher. A confrontarsi con l’onorevole, in pratica l’ideatore della compravendita della struttura sanitaria con l’Inail al fine di evitarne la chiusura, erano presenti il presidente dell’Associazione interregionale dei disabili motori, Roberto Bassi, i medici Millo Martini e Franco Vianini, la rappresentante del personale infermieristico, oltre a Paolo Formaggioni, coordinatore di Forza Italia per Brenzone, al consigliere regionale Bazzoni e al collaboratore dell’onorevole Brancher, Armando Gallina. «In pratica», ha spiegato Formaggioni «io e il sindaco di Garda, Davide Bendinelli, abbiamo chiesto all’onorevole Brancher questo incontro per fare chiarezza sulle sorti dell’ospedale, alla luce delle proteste degli ultimi giorni, delle denunce fatte dall’Aidm e delle prese di posizione di politici regionali e non». E proprio la chiarezza sulla realtà dell’ospedale di Malcesine è quella che, a detta di tutti, «attualmente manca, e compromette anche l’ordinaria gestione del nosocomio, non solo i progetti futuri e i programmi di sviluppo». In particolare, il dottor Millo Martini, della riabilitazione, ha sottolineato come «la attuale situazione in cui si trova la struttura non ci mette nelle condizioni di svolgere bene il nostro lavoro». Il medico ha anche ripreso l’intervento, fatto dal primario Bruno Danzi durante la riunione dei disabili alcuni giorni fa, e ha sottolineato come “«a mancanza della sostituzione del personale infermieristico trasferitosi o licenziatosi, il mancato rimpiazzo dei medici ortopedici, rimasti ora solo in quattro, la mancata esecuzione di lavori strutturali di minima sul padiglione A, ovvero quello più a monte, non permettono ai medici e agli infermieri di svolgere al meglio i loro compiti». «In attesa di definire nel dettaglio la gestione», ha proseguito il dottor Martini «vogliamo che almeno ci consentano di lavorare decorosamente. Ci avevano assicurato dalla Asl 22 che avrebbero espletato celermente i concorsi per le terapiste: lo speriamo perchè davvero non abbiamo modo di ovviare a questo problema. Inoltre, avremmo già ottenuto la disponibilità dal Policlinico di Borgo Roma per attivare il servizio di consulenza di alto livello per la neurofisiologia, indispensabile per i pazienti affetti dagli esiti della poliomielite ma, da due anni, tutto è fermo. Infine, è indispensabile un supporto per l’ortopedia, dove attualmente sono rimasti tre ortopedici, oltre al dottor Vianini, a lavorare tra sala, ambulatorio e reparto». Roberto Bassi ha fatto invece presente al sottosegretario Aldo Brancher che «a noi andrebbe benissimo la vendita dell’ospedale all’Inail, ma dev’essere chiaro cosa si voglia fare col progetto di ristrutturazione e quali siano le intenzioni di chi viene a gestire la struttura. Il progetto dell’Asl 22 prevede di fare spendere all’Inail 7 milioni di euro per il solo padiglione B e non per ristrutturare l’intero complesso. Il padiglione B è stato di recente già ristrutturato, ed ha le stanze con i bagni nuovissime. Perché allora buttare via soldi per rimetterci ancora mano? E perché nulla nel progetto è previsto per ristrutturare invece il padiglione A? Perché si vogliono accorpare tutti i servizi nel padiglione a lago e su quello a monte nessuno dice niente?» Infine, osservazioni sono state fatte anche circa la futura gestione dell’ospedale. Secondo i medici e secondo l’Aidm infatti, non è proponibile una quota del 49 per cento al privato, nell’ipotesi di una gestione mista pubblico-privato, e per un periodo di tre anni più eventuali tre. «Troppo pochi gli anni», ha chiosato il dottor Martini «perché un privato investa seriamente. Potrebbe andare bene anche una gestione come quella prevista oggi per l’ospedale di Zevio, di sei anni più eventuali sei, in cui la Regione Veneto fa da controllore». E, in attesa di questi chiarimenti dalla Asl 22 sul progetto di ristrutturazione e dalla Regione sulle opportunità di gestione, è scaturita la clamorosa proposta di «sospendere temporaneamente le operazioni di vendita all’Inail, finchè non ci sarà la chiarezza necessaria». Proposta che, ascoltate le esigenze del personale medico e i grossi dubbi sul progetto da parte tanto dell’Aidm quanto dei sanitari di Malcesine, pare abbia incontrato anche il favore dell’onorevole Aldo Brancher. «Il sottosegretario comunque, è impegnato oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) in un congresso a Belluno e quindi non raggiungibile per una intervista», come ha gentilmente fatto sapere il suo collaboratore Armando Gallina, «ma chiarirà nei prossimi giorni la sua posizione. Anche perché ha cose ben precise da dire in merito a tutta questa faccenda». «Speculazioni politiche legate al periodo preelettorale», aveva invece bollato l’assessore alla sanità, Fabio Gava, in una nota diffusa alcuni giorni fa, le lamentele e le proteste sollevate per l’ospedale da Malcesine.

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