Quell’atmosfera un po’ così, tra ballo al Savoy e la carica del Settimo. Un po’ di eleganza, perché si tratta pur sempre di un vernissage e la calca in coda, perché la “prima” è sempre un evento, allietata da leccornie e bollicine. Esaurito il rito dell’inaugurazione al Grande, il serpentone di autorità e pubblico si è spostato ieri sera in Santa Giulia. E qui Marco Goldin ha fatto subito da cicerone inoltrandosi lungo il percorso espositivo per illustrare al sindaco Adriano Paroli e al suo stato maggiore la bellezza dei disegni di Van Gogh.«È una grande solitudine quella di Van Gogh — commenta l’assessore alla cultura Andrea Arcai — e questa mostra è la conferma di questa verità. Il fatto di avere questi disegni qui a Brescia è un evento eccezionale. Speriamo che questo possa portare un accrescimento culturale alla città e perché no anche tanto pubblico. Da parte nostra c’è l’impegno di puntare sulla cultura e sull’arte, cercando però di diversificare, perché cultura e arte non sono solo grandi mostre. Ci sono anche le risorse del territorio da valorizzare».LA GENTE si spande nelle sale e i commenti colti al volo sono tutti a loro modo interessanti. Un signore dice a gran voce: «Qui lo scorso anno c’era quella cascata enorme!» Segno che “America!” non è passata invano e ha lasciato un pagliuzza nella cornea. Poi c’è la signora che si lamenta, in netta controtendenza: «Sì, tutto molto bello, ma c’è poco da vedere rispetto alle mostre del passato».Le prime impressioni raccolte a caldo sono comunque elogiative. Qualche riserva la mostra il fotografo Ken Damy: «È un lato inedito di Van Gogh, credo che il pubblico patirà, soprattutto quelli che lo amano. Per me la mostra è coraggiosa e molto interessante, perché i Van Gogh belli li ho visti tutti e quindi qui completo una conoscenza. Voglio dire che non è una mostra destinata al grosso pubblico che in Van Gogh cerca l’esplosione del colore. Tu vedi due vasi di fiori al Metropolitan di New York che da soli valgono il viaggio. Qui dicono di puntare sul turismo, ma venire a Brescia per i disegni… non so».FERMI IN CODA, come i comuni mortali, in attesa che il flusso si smaltisca, ci sono quelli della vecchia guardia, la crema della amministrazione precedente: Paolo Corsini, Claudio Bragaglio, Laura Castelletti, Magda Pallavicini. «Sono stata l’unica in campagna elettorale — annota in calce la Castelletti — a difendere le grandi mostre. E ne sono orgogliosa».Finita la visita, sincero e lapidario il commento del sindaco Paroli: «È quello che mi aspettavo. Una concatenazione di emozioni. È la considerazione più positiva per un evento che questo doveva dare e ha dato». «Ci vediamo presto» dice a Goldin. In che senso? Per il commiato o per il rilancio? (Continua).
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