mercoledì, Maggio 1, 2024
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Secondo la Marina militare italiana occorrono altri sei mesi di lavoro per la completa messa in sicurezza dei fondali fino ad almeno 35 metri di profondità. Il sindaco Simonelli ha chiesto la somma al presidente regionale Galan La grandissima quantità di

Per eliminare le bombeservono 700mila euro

Ancora settecentomila euro per portare a termine la bonifica dell’isola del Trimelone. A volerli è il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli che in questi giorni ha spedito una lettera con la richiesta indirizzata al presidente della Regione, Giancarlo Galan, all’assessore regionale ai lavori pubblici e alla sicurezza, Massimo Giorgetti, e alla collega con delega alla protezione civile, Elena Donazzan.Il 19 maggio 2007, sull’isolotto a circa 200 metri al largo di Assenza, l’amministrazione del secondo centro dell’alto Garda aveva organizzato una giornata di “porte aperte” per far conoscere alla cittadinanza quella lingua di terra sulla quale, da decenni, sono interdetti l’accesso, l’attracco, l’immersione, la navigazione e la pesca. A causa della presenza di migliaia di ordigni bellici della prima e della seconda guerra mondiale, la zona è off-limits, secondo quanto disposto da ordinanze dell’ispettorato di porto, della prefettura e del comune di Brenzone.Nell’ottobre del 1954 sul Trimelone, utilizzato all’epoca come deposito militare, avvenne un grande incendio e una successiva esplosione che disperse migliaia di bombe sull’isolotto e nelle acque circostanti. Da allora, sia sul Trimelone che nei dintorni, è vietato persino avvicinarsi e i carabinieri nautici di Torri, con i servizi della motovedetta oggi non più in servizio, per anni hanno garantito il rispetto dei divieti in nome della sicurezza.Dopo oltre due anni di lavori, iniziati nel 2005, e oltre un milione e duecento mila euro spesi, finora solo il suolo dell’isola e le acque fino a circa una ventina di metri di profondità sono state bonificate. Grazie al lavoro della ditta BoSca di Venezia e, poi, a quello, davvero immane, della Marina militare italiana, sono stati recuperati e fatti esplodere nelle cave di Torri e di Caprino bombe, prioettili, granate, bombe incendiarie al fosforo e residuati da fare invidia ai più forniti musei della guerra. Una quantità industriale che non ha avuto sinora eguali in tutta Italia. «Però», ha proseguito il sindaco, «a detta dei militari restano ancora almeno 6 mesi di lavori ininterrotti per raggiungere la completa messa in sicurezza dei fondali, fino ad almeno 35 metri di profondità. Per questo ho scritto al presidente Galan, in modo da poter concordare un ulteriore contributo che ci consenta di utilizzare la nostra isola». Il 19 maggio 2007 arrivò sul Trimelone anche l’allora capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso, cheaveva dichiarato: «Se serviranno altri soldi per completare la bonifica dagli ordigni bellici nelle acque dell’isola del Trimelone noi non ci tireremo indietro: stanzieremo quanto necessario».Chissà che anche sul suo tavolo non arrivi in questi giorni la stessa missiva recapitata a Venezia.

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