lunedì, Ottobre 2, 2023
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Per eliminare le bombeservono 700mila euro

Anco­ra set­te­cen­tomi­la euro per portare a ter­mine la bonifi­ca del­l’iso­la del Trimel­one. A vol­er­li è il sin­da­co di Bren­zone, Gia­co­mo Simonel­li che in questi giorni ha sped­i­to una let­tera con la richi­es­ta ind­i­riz­za­ta al pres­i­dente del­la Regione, Gian­car­lo Galan, all’asses­sore regionale ai lavori pub­bli­ci e alla sicurez­za, Mas­si­mo Gior­get­ti, e alla col­le­ga con del­e­ga alla , Ele­na Donazzan.Il 19 mag­gio 2007, sul­l’isolot­to a cir­ca 200 metri al largo di Assen­za, l’am­min­is­trazione del sec­on­do cen­tro del­l’al­to Gar­da ave­va orga­niz­za­to una gior­na­ta di “porte aperte” per far conoscere alla cit­tad­i­nan­za quel­la lin­gua di ter­ra sul­la quale, da decen­ni, sono inter­det­ti l’ac­ces­so, l’at­trac­co, l’im­mer­sione, la e la pesca. A causa del­la pre­sen­za di migli­a­ia di ordig­ni bel­li­ci del­la pri­ma e del­la sec­on­da guer­ra mon­di­ale, la zona è off-lim­its, sec­on­do quan­to dis­pos­to da ordi­nanze del­l’is­pet­tora­to di por­to, del­la prefet­tura e del comune di Brenzone.Nell’ottobre del 1954 sul Trimel­one, uti­liz­za­to all’e­poca come depos­i­to mil­itare, avvenne un grande incen­dio e una suc­ces­si­va esplo­sione che dis­perse migli­a­ia di bombe sul­l’isolot­to e nelle acque cir­costan­ti. Da allo­ra, sia sul Trimel­one che nei din­torni, è vieta­to persi­no avvic­i­nar­si e i nau­ti­ci di Tor­ri, con i servizi del­la motovedet­ta oggi non più in servizio, per anni han­no garan­ti­to il rispet­to dei divi­eti in nome del­la sicurezza.Dopo oltre due anni di lavori, iniziati nel 2005, e oltre un mil­ione e due­cen­to mila euro spe­si, fino­ra solo il suo­lo del­l’iso­la e le acque fino a cir­ca una venti­na di metri di pro­fon­dità sono state boni­fi­cate. Gra­zie al lavoro del­la dit­ta BoSca di Venezia e, poi, a quel­lo, davvero immane, del­la Mari­na mil­itare ital­iana, sono sta­ti recu­perati e fat­ti esplodere nelle cave di Tor­ri e di Capri­no bombe, pri­oet­tili, granate, bombe incen­di­arie al fos­foro e resid­uati da fare invidia ai più for­ni­ti musei del­la guer­ra. Una quan­tità indus­tri­ale che non ha avu­to sino­ra eguali in tut­ta Italia. «Però», ha pros­e­gui­to il sin­da­co, «a det­ta dei mil­i­tari restano anco­ra almeno 6 mesi di lavori inin­ter­rot­ti per rag­giun­gere la com­ple­ta mes­sa in sicurez­za dei fon­dali, fino ad almeno 35 metri di pro­fon­dità. Per questo ho scrit­to al pres­i­dente Galan, in modo da pot­er con­cor­dare un ulte­ri­ore con­trib­u­to che ci con­sen­ta di uti­liz­zare la nos­tra iso­la». Il 19 mag­gio 2007 arrivò sul Trimel­one anche l’al­lo­ra capo del­la Pro­tezione civile nazionale, Gui­do Berto­la­so, cheave­va dichiara­to: «Se servi­ran­no altri sol­di per com­pletare la bonifi­ca dagli ordig­ni bel­li­ci nelle acque del­l’iso­la del Trimel­one noi non ci tir­ere­mo indi­etro: stanzier­e­mo quan­to necessario».Chissà che anche sul suo tavo­lo non arrivi in questi giorni la stes­sa mis­si­va recap­i­ta­ta a Venezia.

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