giovedì, Maggio 2, 2024
HomeAttualità«Piccard? Portò il Gardasulla scena del mondo»
I testimoni: «In quei giorni il paese fu preso d’assalto da tv e giornalisti»

«Piccard? Portò il Gardasulla scena del mondo»

Sono passati 27 anni da quando Jacques Piccard si immerse nelle acque antistanti il lungolago Marconi, con il suo batiscafo Forel, per scoprire se ancora esistevano i resti della «Fusta» affondata nell’anno 1508 a opera degli uomini di capitan Zaccaria Loredan perchè non cadesse in mano nemica. E fu un appuntamento davvero unico ed irripetibile. Una grande folla e un grandissimo intresse per questa impresa che sconvolse in quei giorni di settembre del 1981 tutta la riviera veronese del lago.Lo scienziato svizzero, scomparso in questi giorni, giunse sul lago su richiesta del geometra Franco Todesco, allora presidente della Comunità del Garda per analizzare la salubrità delle acque del lago. E con l’occasione, dato che Todesco risiedeva, come tuttora risiede a Lazise, lo stesso spinse il famoso ricercatore a visionare da vicino i resti di quel rimase ancora integro di quella famosa imbarcazione di cui già nel settembre del 1931, Vittorio Cavazzocca Mazzanti scrisse nel suo libro «Navi affondate nel lago di Garda», edito da Arturo Giovannelli di Toscolano.Una descrizione precisa sulla localizzazione del relitto. E fu proprio da lì, a pochi passi dalla limonaia ancora esistente, attigua alla torre delle mura scaligere di proprietà della famiglia Fratta Pasini, che lo scienziato Piccard si immerse. Ma anni prima alcuni pescatori si resero conto che in quel luogo ci doveva essere qualche cosa di importante sui fondali. Le reti, in quel posto, spesso si impigliavano e si rompevano. Un’ ancora di quella imbarcazione fu ripescata dal pescatore Bepi Nicola, al secolo Giuseppe Azzali, e la stessa fu poi consegnata al museo di scienze naturali di Verona. Assieme a lui, il 13 settembre 1981, alle nove trenta del mattino, scese in quello sterettissimo e rotondo mini sommergibile, Gianni Cantù, giornalista dell’«Arena» mentre le immagini portavano la firma dell’indimenticato fotografo Tiziano Malagutti. Uno stuolo di curioso, reporter improvvisati, cineoperatori dilettanti e tante imbarcazioni di curiosi si spinsero vicinissimi al luogo delle operazioni, a circa 350 metri dalla riva del lago e dalla limonaia.«Ricordo con precisione la scrupolosità delle operazioni e la precisione di ogni operazione prima della immersione del piccolo e bianco Forel», spiega Alberto Scipolo, uno dei cineoperatori che riprese ogni attimo dell’impresa, «dove lo scienziato svizzero, alto e magro si infilò per le riprese al relitto. Furono momenti indimenticabili che ho ripreso e che serbo nella mia cineteca personale. Fu davvero un avvenimento che coinvoglio sul Garda uno stuolo di operatori dell’informazione. Ricordo», continua Scipolo, «i molti contatti avuti in quei giorni con gli operatori della Rai, della televisione svizzera e tedesca. Ricordo anche l’autorevolezza di Piccard. Un uomo di poche parole, austero, ma di fortissima padronanza del mestiere. Sono immagini che ho avuto la fortuna di impremere su nastro e che rappresentano un pezzo importante della storia recente di Lazise».«Vivo sul porto da quando sono nato», spiega Gianni Olivetti, «perchè noleggio motoscafi ai turisti stranieri. Conosco benissimo tutta la zona antistante il porto ed il lungolago di Lazise. Proprio perciò fui chiamato dal compianto Piccard a collaborare con il suo staff, in appoggio alle barche impegnate nella sua impresa. Fu un momento entusiasmante che ricordo con commozione, quell’uomo è stato per me un grande maestro, una figura importante e indimenticabile».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video