In questi giorni, sui “media” locali, si susseguono dichiarazioni varie che entrano nel merito della gestione della Sanità nell’Alto Garda da parte dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano che ne ha competenza. E sono dichiarazioni che possono lasciare indifferenti i responsabili aziendali, dal momento che partono da un presupposto del tutto privo di fondamento: non è assolutamente vero, infatti, che la Sanità dell’Alto Garda sia trascurata né tanto meno “abbandonata” come qualcuno – anche con veste istituzionale – ha paventato.“I problemi dell’area – interviene con decisione il dottor Angelo Foschini, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda – sono ben presenti, sia nella loro dimensione quotidiana che in una visione più ampia, strategica”. Quindi non le parole, ma i fatti sono quelli che rendono giustizia alla verità.Continua il direttore Foschini: “Nel Presidio Gavardo-Salò, negli ultimi 18 mesi, abbiamo compiuto investimenti assai consistenti, sia a livello edilizio-strutturale che a livello di attrezzature impegnando il bilancio dell’Azienda per circa 10 miliardi. I servizi erogati dal Presidio Gavardo-Salò verranno ulteriormente potenziati e si provvederà alla soluzione del problema della destinazione dell’Ospedale di Salò dopo che varie ipotesi, tra le quali la costruzione di un nuovo Ospedale a Roè Volciano, avranno completato il normale e doveroso iter procedurale di legge”.“D’altronde tutto ciò è ben conosciuto e tutti possono immaginare quali scrupolose attenzioni meritino decisioni che coinvolgono necessariamente l’utilizzo del denaro pubblico”. Foschini fa quindi riferimento all’episodio scatenante delle polemiche attuali: “In conseguenza di tutto ciò, mi sembra davvero eccessivo il clamore sollevato dalla temporanea chiusura del servizio di primo intervento a Salò. A corale e concorde affermazione dei principali intervenuti, tale servizio addirittura non esisteva od era considerato pressoché inutile. In proposito basta fare riferimento a varie citazioni riportate dalla stampa negli ultimi mesi. Oggi sono proprio le stesse persone che, con la medesima corale veemenza, affermano il contrario, accusandoci di avere strappato un lembo di Sanità gardesana”. “La verità – prosegue il direttore generale desenzanese – è che tale provvedimento è venuto a seguito del non utilizzo nel periodo invernale del Servizio di primo intervento. Un esempio: il registro degli accessi, nei giorni 24 e 25 dicembre 2001, non riporta la richiesta di alcuna prestazione. Nel contempo il costo della struttura, anche se non utilizzata, permane esclusivamente a carico del bilancio aziendale”. Cioè della collettività. Per la cronaca, la gestione su base annua costa oltre mezzo miliardo, a fronte di un utilizzo medio di sei persone al giorno, estate compresa, quando cioè l’affollamento turistico porta spesso a punte oscillanti fra le 10 e le 15 persone. Se si mette in conto, poi, che tre pazienti su sei in media debbono essere inviati a Gavardo, si comprende facilmente perché è stato deciso di mantenere l’apertura del Servizio solo nel periodo non invernale. Ulteriore precisazione del dottor Foschini: l’amministrazione comunale di Salò, nella sua legale rappresentanza, “è stata doverosamente avvertita del temporaneo provvedimento e con senso di responsabilità ha capito il problema ed ha come sempre sollecitato le risposte ai problemi dell’Ospedale dell’Alto Garda che ripeto sono seguiti con la massima attenzione”.Conclude Angelo Foschini: “A mio avviso non si può considerare la chiusura del primo intervento – oltretutto, ripeto, esclusivamente invernale – come un atto di disinteresse da parte dell’Azienda Ospedaliera per la Sanità dell’Alto Garda; è doveroso anche ricordare che il pronto soccorso dell’Ospedale di Gavardo è stato contestualmente potenziato”. “Va ricordato che l’ospedale di Gavardo è l’ospedale per acuti di tutto il territorio, quindi anche dell’Alto Garda. Per questo le discussioni che si sono accese ultimamente dovrebbero tenere conto delle scelte generali di politica sanitaria già avvenute nell’ultimo decennio; scelte che anche il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano necessariamente deve accettare ed allo stato dei fatti condividere e sostenere”.
Nessun Tag Trovato