Il banco di prova era quello di due importanti congressi scientifici: rincontro Nazionale degli Psicologi del Lavoro, tenutosi a Gorizia, e il Congresso Nazionale di Ergonomia, svoltosi nella splendida cornice della Sala dè Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze. I risultati della ricerca, curata dal prof. Giuseppe Favretto, sul tema della soddisfazione dei pazienti dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano, sono stati apprezzati ma, soprattutto, sono stati accolti nei due contesti scientifici con estremo interesse tanto che l’indagine viene ormai indicata come “la ricerca di Desenzano”.Avviata tre anni fa sono stati circa 1025 i questionar!, costituiti ciascuno da 79 domande, consegnati agli utenti e successivamente analizzati ed elaborati. Ai pazienti è stato chiesto di esprimere una valutazione su servizi, prestazioni e quant’altro attribuendo un voto da 1 a 10. E il risultato, per le strutture sanitarie dell’Azienda di Desenzano, è stato a dir poco lusinghiero. Infatti, oltre il 90% dei pazienti ha ritenuto largamente sufficiente l’attività dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano, e addirittura F85% ha dato – delle prestazioni offerte – un giudizio più che positivo con un voto compreso fra 7,5 e 10; con una media fra 8,4 e 9,1 per esprimere, invece, il grado di soddisfazione nei tre diversi momenti di accettazione, degenza e dimissione. Vediamo ora di spiegare i motivi che stanno lanciando nell’orbita scientifica la “ricerca di Desenzano”. Intanto, l’indagine ha raccolto informazioni su un numero molto consistente di degenti (1125). Gli aspetti che hanno ricevuto il maggior consenso riguardano i rapporti con il personale, la prontezza, la competenza e la professionalità di medici e infermieri, quindi gli aspetti di tipo alberghiero, come l’igiene del reparto ed il comfort dei letti. Il libro offre al lettore attento anche una serie di rilievi interessanti. Ad esempio è stato constatato che: le persone anziane tendono a dare giudizi maggiormente positivi, più delle persone giovani; che le persone più acculturate tendono a dare giudizi maggiormente negativi (e quindi ad essere più critiche) rispetto a quelle meno acculturate; che, infine, gli individui che vivono una vita di cittadini più serena e di maggiore soddisfazione generale (nei confronti, ad es., delle istituzioni) danno giudizi più positivi. Tutti questi dati sono in linea con i risultati di altre ricerche condotte in Italia.
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