Non solo coregone, ma adattabilità dei menù alla qualità e alla quantità del pescato: questa la nuova formula della Rassegna del Pesce di lago, del Chiaretto e dell’olio extravergine d’oliva dop, che da ieri è tornata a tener banco nei menù di alcuni fra i principali ristoranti gardesani. Giunta alla 18ª edizione, la famosa e apprezzata manifestazione cambia registro e punta ad allinearsi con maggiore determinazione alle esigenze delle stagioni della pesca. E considerato che la stagione del coregone sta cominciando a tramontare, ecco che i menù dei dieci ristoranti che hanno aderito alla rassegna (il Portico di Desenzano, il Porto di Moniga, l’Aurora e il Grillo Parlante di Soiano, Oscar a Barcuzzi, Esenta a Lonato, il Melograno di Salò, la locanda Santa Giulia di Padenghe, il Tenesi di Manerba e il Lugana Parco a Lago di Sirmione) aprono anche ad altre specie, carpione e anguilla, che pure rientrano nella politica di ripopolamento perseguita dall’assessorato provinciale alla Pesca. Una politica che, tra parentesi, quest’anno dovrebbe finalmente conoscere un significativo rilancio con la ripresa dei lavori sul progetto dell’incubatoio di Desenzano. Presentata ieri a Moniga, la rassegna, che si avvale della collaborazione del Consorzio Garda Classico, è organizzata come sempre dal Club Pesce di Lago, sodalizio che ormai è definitivamente entrato in quel contenitore ancora in fase di formazione che è l’Accademia Brescia a Tavola, sorta di coordinamento tra le numerose associazioni enogastronomiche della provincia. Diretto come sempre dal segretario Renzo Furlanis, il Club punta anche quest’anno a confermare un progetto che l’anno scorso è andato solo parzialmente in porto: quello cioè di suddividere la rassegna in tre momenti enogastronomici. Alla rassegna partita ieri, destinata tra l’altro a tener banco fino all’8 aprile, si aggiungerebbero quindi a giugno e settembre due ulteriori iniziative dedicate rispettivamente alla sardina ed al coregone. «Certo, a settembre risulta più difficile coinvolgere i ristoratori, perchè in quel periodo l’afflusso turistico è ancora alto e la promozione non è un’urgenza particolarmente sentita – ha spiegato Furlanis -. Tuttavia credo che lavorare a una proposta in grado di unire i valori dell’ospitalità e quelli enogastronomici anche in alta stagione possa contribuire non poco a potenziare l’immagine del Garda agli occhi dell’utenza turistica di miglior livello». Del resto l’obiettivo primario della manifestazione, che era quello di vivacizzare un periodo turisticamente morto riportando tipicità nei ristoranti e rilanciando il pesce di lago, si può dire ormai raggiunto: ora è anche giusto che la Rassegna si sforzi anche di guardare oltre. Così, ecco il patrocinio del Garda Uno («Perchè un lago pulito è essenziale per la pesca»), ecco l’idea di fornire ai clienti una scheda di valutazione dei menù e dei vini proposti dai ristoranti, ecco il ritorno delle serate a tema per parlare di pesca («un’attività che forse avrebbe maggiore bisogno di regolamentazione per evitare che il patrimonio del lago venga sfruttato in maniera non corretta»), ambiente, turismo, prodotti tipici. Il tutto a seguire la filosofia di quella «Strada del vino» che ormai punta a far crescere anche sul lago un turismo consapevole e di alta qualità. Come ultimo dato i prezzi dei menù, che variano dalle 55 alle 85 mila lire, Chiaretto compreso: una buona occasione quindi per assaggiare anche questo straordinario vino del lago, quest’anno su livelli eccezionali grazie alla qualità della vendemmia 2000. Claudio Andrizzi
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Pesce di lago, vini, olio: la strategia dei sapori nuova linfa del turismo
Presentata la 18ª rassegna enogastronomica
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