lunedì, Maggio 6, 2024
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Il bilancio dei test sullle acque di «Goletta Verde» mostrano luci e ombre

Purezza a due velocitàper le spiagge del Garda

Goletta Verde ha chiuso la campagna di monitoraggio delle acque del lago di Garda, eseguito in 24 località, che non mancherà di suscitare polemiche. Perché, sebbene il 67% dei campioni analizzati rientri nei parametri di legge, la sponda bresciana ha denunciato a Desenzano, Salò e Manerba alcune situazioni preoccupanti, a causa del «grave superamento delle soglie consentite in quattro campioni: i coliformi fecali superano di 7,5 volte i valori massimi tollerati a Salò (Rive Grandi), di 6,5 a Manerba (porto Torcolo), dove peraltro già vige il divieto di balneazione decretato dall’Asl».Ma gli esperti di Legambiente hanno riscontrato una «condizione ancor più preoccupante a Desenzano, dove risultano ampiamente fuori dai limiti i valori dei tre parametri indagati: Spiaggia d’Oro, porto di Rivoltella e Zattera». Anche queste località, lo ricordiamo, sono state vietate dall’ultimo bollettino dell’Asl. In entrambe le analisi sono emersi consistenti tracce di coliformi fecali. Analoga sorte è toccata a Limone, alla foce del S. Giovanni, e in un tratto del fiume Mincio.PER IL RESTO della costa bresciana, Goletta Verde non ha riscontrato esuberi di parametri. Dunque acque balneabili a Tremosine, Tignale, Toscolano Maderno, Gardone Riviera, S. Felice, Moniga, Padenghe, Desenzano (Desenzanino), Sirmione. Buono infine il quadro sulla sponda veneta e trentina.Riepilogando, il record di purezza resta al trentino. Sempre secondo la campagna annuale del Cigno Azzurro è risultato fuori legge, sulla sponda veneta il 57% dei campioni, su quella lombarda l’inquinamento, pur essendo meno diffuso, si presenta più grave. «Il risultato nel suo complesso – commenta il direttore di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto – è più che soddisfacente, restano però dei punti critici nei pressi di corsi d’acqua e scolmatori con tracce consistenti di coliformi fecali e streptococchi. Vorremmo che si intervenisse a monte di queste situazioni; bisognerebbe compiere un ulteriore sforzo per individuare le cause e risolverle. Le nostre analisi non vogliono sostituire i bollettini Arpa e Asl».NELL’AMBITO DELLA GENERALE diminuzione dei casi d’inquinamento di origine microbiologica fecale riscontrata lungo tutto il bacino dai tecnici di Legambiente, spicca il risultato ottenuto quest’anno dalla sponda bresciana che con il 71% delle bandiere verdi si impone stavolta nel confronto con quella veneta, dove risultano entro i limiti di legge solo il 43% dei prelievi.

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