giovedì, Settembre 28, 2023

Qa e là

Ital­iani nel mon­do: i cervel­li in fuga I nos­tri ricer­ca­tori sci­en­tifi­ci con­tin­u­ano a dis­tinguer­si, soprat­tut­to all’es­tero. Molte delle recen­ti scop­erte, infat­ti, sono dovute all’im­peg­no di cit­ta­di­ni ital­iani che sono emi­grati in cer­ca di for­tu­na e per scap­pare da nepo­tis­mi e rac­co­man­dazioni. E sul­la fuga di cervel­li dal­l’I­talia, isti­tuzioni e asso­ci­azioni stan­no pren­den­do posizione. Il min­istro del­la san­ità Umber­to Verone­si sostiene che “si trat­ta di un fenom­e­no des­ti­na­to a finire” rifer­en­dosi alla vicen­da dei due medici ital­iani in “esilio” in Usa che recen­te­mente han­no scop­er­to il gene del neu­rob­las­toma. Il min­istro ha anche dato un sug­ger­i­men­to ai gio­vani ricer­ca­tori: “la genet­i­ca mol­e­co­lare potrebbe essere uno di quei set­tori sui quali puntare la pro­pria atten­zione”. Da un’indagine del­l’As­so­ci­azione dot­toran­di ital­iani (Adi) emerge che le mete preferite di chi las­cia l’I­talia sono gli Sta­ti Uni­ti, la Fran­cia e la Gran Bre­tagna. Pochi van­no in Giap­pone. Ad emi­grare sono soprat­tut­to ingeg­neri e fisi­ci, segui­ti da biolo­gi e medici. E qua­si tut­ti i ricer­ca­tori oggi impeg­nati all’es­tero sono uomi­ni (70/75%).

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