martedì, Febbraio 18, 2025
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Cellule staminali, un’alternativa al trapianto di midollo. Il sangue placentare contro la leucemia e la talassemia: se ne discute domani

Quel cordone fa vivere due vite

Pochi giorni fa, all’ospedale di Pavia, un bambino siciliano è stato salvato dalla talassemia grazie al sangue placentare donato dalla mamma dopo il parto del secondo figlio. Un figlio voluto per un doppio motivo. E’ bastato il trapianto per restituire il sorriso al piccolo, che è perfettamente guarito da una malattia molto grave. Una vicenda commovente ma esemplare. Il futuro è qui, nelle cosiddette cellule staminali. E il convegno in programma domani 10 novembre, nell’Aula Magna dell’Ospedale di Desenzano, dedicato alla donazione del cordone ombelicale, sembra fatto apposta per evidenziare questa nuova frontiera della medicina. L’iniziativa è del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, diretto dal dottor Piergiorgio Tassi, con l’Unità di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Desenzano. L’appuntamento (ingresso libero) è alle ore 10. Il sangue del cordone ombelicale viene utilizzato come sorgente di cellule staminali in alternativa al trapianto di midollo. Contro le malattie senza speranza il sangue placentare offre molti vantaggi: il trapianto può essere eseguito anche in condizioni di parziale compatibilità rispetto al trapianto di midollo osseo che richiede, invece, la compatibilità tra donatore e ricevente. Il sangue placentare è immediatamente disponibile e questo riduce drasticamente i tempi che intercorrono tra la richiesta e il trapianto; ha un costo di circa 1 milione di lire per il trattamento di ogni cordone a fronte di un costo di 25 milioni per un trapianto. Questo, in sintesi, il quadro significativo della donazione del cordone omeblicale dalle partorienti. A Desenzano, grazie alla messa a punto del servizio da parte del dottor Pasquale Pignatelli, primario della Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale «Montecroce», è possibile disporre di questo sangue placentare e recapitarlo quasi tutti i giorni all’apposita «banca» di Milano che lo distribuisce poi in relazione al fabbisogno dei grandi ospedali lombardi. Un servizio coordinato dal reparto ospedaliero di Desenzano che, con la collaborazione del Servizio di Formazione e Aggiornamento, ha permesso anche il coinvolgimento pressocchè totale delle partorienti nel donare con slancio e con convinzione il proprio cordone ombelicale. Le banche di questo genere in Italia sono sette, una delle quali, si diceva, a Milano. Finora il sangue placentare è stato utilizzato largamente per i trapianti in età pediatrica in quanto il numero delle cellule in esso presenti consente il trattamento di pazienti il cui peso corporeo è di circa 20 chili, ma si prevede che in un prossimo futuro si possano espandere le cellule «ex vivo» fino a consentire il trapianto negli adulti. Ciò sarà possibile però solo tramite una grande opera di informazione alla donazione oltre ad una stretta cooperazione tra i centri ospedalieri sede di reparti di ostetricia. Osserva ancora Pignatelli: «Finora le partorienti di Desenzano hanno dimostrato una grande sensibilità, gran parte di loro infatti donano volentieri il cordone ombelicale. Questa donazione significa che a una vita nasce la speranza di un’altra vita. In pazienti affetti da malattie ematologiche (tumori, malattie ereditarie, leucemie, ecc.) il trapianto di cellule staminali rappresenta spesso l’unica terapia efficace ed è stato sperimentato come il sangue del cordone ombelicale possa essere utilizzato come sorgente di cellule staminali». Ancora un accenno sul convegno di domani mattina che, ripetiamo, è aperto al pubblico. Ad aprire i lavori sarà un nome notissimo nell’ostetricia italiana e internazionale, il professor Attilio Gastaldi, già Rettore dell’Università di Brescia, docente universitario e studioso di chiara fama; alle 10.20 è previsto l’intervento del dottor Paolo Rebulla (Direttore medico della Milano Cord Blood Bank), quindi seguiranno quelli della dottoressa Lucilla Lecchi (Direttore tecnico dell stessa Milano Cord Blood Bank) e di Rebulla, a cui spetterà il compito di tirare le conclusioni. Seguirà il dibattito.

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