venerdì, Settembre 22, 2023
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Riapre le porte la chiesa dei Santi

Dopo oltre due sec­oli la comu­nità di Lazise si riap­pro­pria del­la chiesa dei San­ti Fer­mo e Rus­ti­co, sit­u­a­ta nel­la omon­i­ma local­ità. Anti­ca­mente, per la ges­tione del­la chiesa, il Comune di Lazise stipen­di­a­va una con­fra­ter­ni­ta per la ges­tione delle attiv­ità reli­giose legate alla chiesa dei San­ti e Francesco Capri­ni, romi­ta, negli anni a metà del 1700, ges­ti­va in pri­ma per­sona tutte le attiv­ità legate al cul­to del­la chiesa. Capri­ni oper­a­va e vive­va nel­l’an­nes­so romi­to­rio. Durante i lavori di restau­ro e di con­sol­i­da­men­to delle fon­dazioni del­la chiesa è sta­to ritrova­to il suo cor­po, sepolto sot­to il pavi­men­to del­la chieset­ta. Li è rimas­to quel­l’an­ti­co reli­gioso ed anco­ra oggi in quel luo­go riman­gono sepol­crate le sue ossa. Lo con­fer­ma l’ar­chitet­to Pao­lo Cor­ra­di­ni, che con l’ar­chitet­to Gior­gio Benoni ha cura­to tut­ti i lavori di restau­ro del tem­pio. «Tornerà ad essere chiesa come un tem­po», affer­ma Giulio Rama pres­i­dente del­la Francesco Fontana ed ora autosospe­so per­ché can­dida­to sin­da­co del­la lista La Piaz­za, «e luo­go di rac­col­ta delle opere e degli scrit­ti che par­lano di Lazise e che con­ser­vano la sto­ria del­la cit­tà». «Era il lon­tano 1992», pros­egue Rama, «quan­do con il pres­i­dente ono­rario Umber­to Ros­set­ti abbi­amo deciso di riportare all’an­ti­co splen­dore la chiesa dei San­ti. Da allo­ra sono pas­sati più di dieci anni. Abbi­amo avu­to molte dif­fi­coltà e momen­ti di scon­for­to, ma la nos­tra per­vi­cace inten­zione di riportare la chiesa alla gente di Lazise ha super­a­to ogni dif­fi­coltà». «Sono sta­ti spe­si fino ad ora oltre 300 mil­ioni di vec­chie lire», spie­ga Ser­gio Mar­coni, con­sigliere comu­nale e con­sigliere del­la Francesco Fontana, «fra con­tribu­ti pub­bli­ci e pri­vati. Dob­bi­amo spendere anco­ra 100 mil­ioni per ulti­mare il restau­ro del romi­to­rio attiguo alla chiesa. Saran­no denari pub­bli­ci la cui base d’as­ta è in cor­so. Andrà sis­tem­ato anche l’ester­no e quin­di l’ac­ces­so». «L’am­min­is­trazione comu­nale dovrà sbor­sare», con­tin­ua Mar­coni, «11mila euro e potrà ottenere che il pas­sag­gio diven­ti pub­bli­co, quin­di usufruibile da tut­ti. Siamo ormai in dirit­tura di arri­vo». Folto il pub­bli­co pre­sente all’aper­tu­ra del­la chiesa. I restau­ri sono sta­ti curati del­l’im­pre­sa edile Gabriel­la De Car­li. Rama, nel pre­sentare ai soci del­la Francesco Fontana e al pub­bli­co inter­venu­to lo splen­dore del­la chiesa dei San­ti, ha ringrazi­a­to i molti bene­fat­tori, chi si è impeg­na­to con ogni mez­zo per la real­iz­zazione del prog­et­to. Pre­sente all’im­por­tante appun­ta­men­to anche il sin­da­co uscente Luca Sebas­tiano, il quale ha rib­a­di­to la pro­pria sod­dis­fazione per il restau­ro del­la chiesa e per il ritorno nel pos­ses­so da parte del­la comu­nità lacisiense. Sul recu­pero dei San­ti Fer­mo e Rus­ti­co è sta­ta redat­ta anche una tesi di lau­rea. L’ha real­iz­za­ta l’ar­chitet­to Sara Scalia di Verona, con uno stu­dio atten­to e cer­tosi­no pre­sen­ta­to al Politec­ni­co di . L’ar­chitet­to Scalia ha con­tribuito alla col­lo­cazione del­la nuo­va pavi­men­tazione del­la chiesa in stret­ta col­lab­o­razione con Pao­lo Cor­ra­di­ni. Il tomo del­la tesi di Sara Scalia è sta­to con­seg­na­to al pres­i­dente Giulio Rama a perenne memo­ria dei lavori di restau­ro dei San­ti. È inten­zione del­la Francesco Fontana, non appe­na approntati defin­i­ti­va­mente i lavori del­l’impianto elet­tri­co del­la chiesa, orga­niz­zare una ser­a­ta spe­ciale pro­prio nel­la chiesa, per com­mentare e spie­gare il lavoro svolto dal­la lau­re­an­da Sara Scalia fra il 1999 e il 2000, rac­chiu­so oggi nel­la sua tesi di lau­rea. Dopo il momen­to inau­gu­rale si è svol­ta l’assem­blea annuale del­l’as­so­ci­azione e sono state rin­no­vate le ade­sioni al sodal­izio. Chiusura del­la gior­na­ta ai San­ti, dopo la passeg­gia­ta a pie­di dal­la Vil­lanel­la alla chiesa, con un ris­toro a base di otti­mo del­la zona, offer­to dai pro­dut­tori locali, accom­pa­g­na­to dai tradizion­ali tortel­li all’er­ba madre, bras­sade­lon e spe­cial­ità locali ormai in dis­u­so.

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