Un’altra giornata di fuoco suite montagne sopra Tignale, nel cuore del Parco dell’Alto Garda. L’incendio appiccato nella mattinata di domenica, e che lunedì sera sembrava ormai circoscritto, ha ricominciato nella notte tra lunedì e martedì a divorare la pineta in località Coste.E ora il sindaco di Tignale, Manlio Bonincontri, sottolinea il rischio idrogeologico. La pineta che è stata quasi completamente distrutta dal rogo era stata infatti piantata una sessantina di anni fa su una parete quasi priva di vegetazione, proprio per scongiurare il rischio di frane e smottamenti. Ora questo splendido bosco, ridotto a un cumulo di cenere sul quale si ergono le sagome spettrali di decine di pini neri bruciati/non potrà più assolvere la sua funzione di contenimento.«Il rischio del dissesto idrogeologico esiste, eccome — prosegue il sindaco -, e questo ci preoccupa seriamente. Questa pineta era stata collocata con lo scopo di sostenere la montagna». Non a caso la località Coste si chiamava un tempo «Coste pelae», Coste pelate.Ma oltre a questa preoccupazione, resta naturalmente alta quella per la situazione dell’incendio. Ieri sono entrati in azione ancora tre elicotteri della regione lombardia, e un aereo antincendio Canadair della protezione civile proveniente da Roma . Ciampino. Mentre i tré elicotteri pescavano l’acqua da alcune piscine localizzate nelle vicinanze dell’incendio, e continuamente rifornite dalle autocisterne dei vigili del fuoco e dei volontari, il Canadair ha utilizzato direttamente l’acqua del Garda.Dato che la presenza di molte imbarcazioni a vela e a motore e di turisti poteva rendere difficoltosa e pericolosa questa operazione, l’aereo è stato continuamente scortato dalle motovedette dei carabinieri e della guardia costiera, che hanno controllato lo specchio di lago ogni volta che il mezzo aereo scendeva per fare il pieno d’acqua.«Nella mattinata — ha sottolineato ancora il sindaco Bonincontri — le fiamme hanno raggiunto di nuovo anche i venti, trenta metri di altezza». Il fuoco si è allontanato ieri dalle case che aveva lambito nei giorni precedenti, ma il fronte si è esteso ulteriormente, ingoiando altri ettari di bosco.«La pineta — spiega il primo cittadino — e costituita soprattutto da pini neri, che hanno un fusto e una chioma molto resinose. Prendono fuoco facilmente e bruciano come cerini». Dunque la battaglia contro il fuoco non è ancora del tutto vinta. Il problema — dicono da queste parti — è che per tanti anni nessuno ha ripulito il bosco, e sotto gli alberi si è formato uno spesso strato di foglie, rami secchi, sterpaglie, nel quale possono continuare ad annidarsi anche per giorni braci e tizzoni, che possono far ripartire in ogni momento l’incendio.Particolarmente importante e decisiva, quindi, l’opera di bonifica a terra, che ha impegnato e continua a richiedere lo sforzo di decine e decine di uomini: vigili del fuoco, volontari del garda, di Tignale soccorso, di Limone del nono Comprensorio, guardie forestali, carabinieri e tanti altri.Basta una brace, una sola scintilla dimenticata perché l’incendio torni a divampare. Intanto la stima del danni si fa sempre più grave: sono almeno 25 gli ettari di bosco andati in fumo, uh disastro anche sul versante paesaggistico.