martedì, Dicembre 5, 2023
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Rischio di frane dopo il fuoco

Un’al­tra gior­na­ta di fuo­co suite mon­tagne sopra Tig­nale, nel cuore del Par­co del­l’Al­to Gar­da. L’in­cen­dio appic­ca­to nel­la mat­ti­na­ta di domeni­ca, e che lunedì sera sem­bra­va ormai cir­co­scrit­to, ha ricom­in­ci­a­to nel­la notte tra lunedì e mart­edì a divo­rare la pine­ta in local­ità Coste.E ora il sin­da­co di Tig­nale, Man­lio Bon­in­con­tri, sot­to­lin­ea il ris­chio idro­ge­o­logi­co. La pine­ta che è sta­ta qua­si com­ple­ta­mente dis­trut­ta dal rogo era sta­ta infat­ti pianta­ta una ses­san­ti­na di anni fa su una parete qua­si pri­va di veg­e­tazione, pro­prio per scon­giu­rare il ris­chio di frane e smot­ta­men­ti. Ora questo splen­di­do bosco, ridot­to a un cumu­lo di cenere sul quale si ergono le sagome spet­trali di decine di pini neri bruciati/non potrà più assol­vere la sua fun­zione di contenimento.«Il ris­chio del disses­to idro­ge­o­logi­co esiste, eccome — pros­egue il sin­da­co -, e questo ci pre­oc­cu­pa seri­amente. Ques­ta pine­ta era sta­ta col­lo­ca­ta con lo scopo di sostenere la mon­tagna». Non a caso la local­ità Coste si chia­ma­va un tem­po «Coste pelae», Coste pelate.Ma oltre a ques­ta pre­oc­cu­pazione, res­ta nat­u­ral­mente alta quel­la per la situ­azione del­l’in­cen­dio. Ieri sono entrati in azione anco­ra tre eli­cot­teri del­la , e un aereo anti­ncen­dio Canadair del­la prove­niente da Roma . Ciampino. Men­tre i tré eli­cot­teri pesca­v­ano l’ac­qua da alcune piscine local­iz­zate nelle vic­i­nanze del­l’in­cen­dio, e con­tin­u­a­mente rifor­nite dalle auto­cis­terne dei vig­ili del fuo­co e dei volon­tari, il Canadair ha uti­liz­za­to diret­ta­mente l’ac­qua del Garda.Dato che la pre­sen­za di molte imbar­cazioni a vela e a motore e di tur­isti pote­va ren­dere dif­fi­coltosa e peri­colosa ques­ta oper­azione, l’aereo è sta­to con­tin­u­a­mente scor­ta­to dalle motovedette dei e del­la , che han­no con­trol­la­to lo spec­chio di lago ogni vol­ta che il mez­zo aereo scen­de­va per fare il pieno d’acqua.«Nella mat­ti­na­ta — ha sot­to­lin­eato anco­ra il sin­da­co Bon­in­con­tri — le fiamme han­no rag­giun­to di nuo­vo anche i ven­ti, trenta metri di altez­za». Il fuo­co si è allon­tana­to ieri dalle case che ave­va lam­bito nei giorni prece­den­ti, ma il fronte si è este­so ulte­ri­or­mente, ingoian­do altri ettari di bosco.«La pine­ta — spie­ga il pri­mo cit­tadi­no — e cos­ti­tui­ta soprat­tut­to da pini neri, che han­no un fus­to e una chioma molto resinose. Pren­dono fuo­co facil­mente e bru­ciano come ceri­ni». Dunque la battaglia con­tro il fuo­co non è anco­ra del tut­to vin­ta. Il prob­le­ma — dicono da queste par­ti — è che per tan­ti anni nes­suno ha rip­uli­to il bosco, e sot­to gli alberi si è for­ma­to uno spes­so stra­to di foglie, rami sec­chi, ster­paglie, nel quale pos­sono con­tin­uare ad annidar­si anche per giorni braci e tiz­zoni, che pos­sono far ripar­tire in ogni momen­to l’incendio.Particolarmente impor­tante e deci­si­va, quin­di, l’opera di bonifi­ca a ter­ra, che ha impeg­na­to e con­tin­ua a richiedere lo sfor­zo di decine e decine di uomi­ni: vig­ili del fuo­co, , di Tig­nale soc­cor­so, di Limone del nono Com­pren­so­rio, guardie fore­stali, cara­binieri e tan­ti altri.Basta una brace, una sola scin­til­la dimen­ti­ca­ta per­ché l’in­cen­dio torni a divam­pare. Intan­to la sti­ma del dan­ni si fa sem­pre più grave: sono almeno 25 gli ettari di bosco andati in fumo, uh dis­as­tro anche sul ver­sante pae­sag­gis­ti­co.

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