martedì, Aprile 30, 2024
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La passeggiata verso Garda nonostante i ripetuti interventi presenta un fondo sgretolato e pieno di buche. L’assessore Avanzini: «Sbagliato il legante, servivano porfido e resina»

Rivalunga, camminata a pezzi

Una storia infinita, senza una soluzione soddisfacente. Si tratta della passeggiata fronte lago che collega Bardolino a Garda, sistemata già due volte senza però risolvere definitivamente i problemi di pavimentazione. La novità è che a denunciare i limiti e le deficienze dell’opera, questa volta non è il solito gruppo di minoranza consiliare Bardolino oltre il 2000, ma lo stesso assessore ai Lavori pubblici, Aristide Avanzini. L’esponente dell’amministrazione Ferrari, di professione architetto, ha tranquillamente ammesso in Consiglio comunale che anche l’ultimo rifacimento della litoranea Rivalunga «non corrisponde agli esiti sperati». «Abbiamo fatto diverse riunioni per tentare di risolvere definitivamente il problema, ma purtroppo a tutt’oggi non siamo arrivati a un risultato finale tale, per il quale si possa dire che l’opera risponda alle attese sperate». Non è dello stesso avviso il sindaco. «Il lavoro è stato fatto a regola d’arte, ma il passaggio intenso, anche di auto, ha finito per deteriorare il sedime», ha puntualizzato Armando Ferrari. Inevitabile l’intervento del rappresentante dell’opposizione, Francesco Marchiori. «Siamo alla storia delle ochette. È da tre anni che in Consiglio solleviamo lo stesso problema: ci sono sempre state date garanzie in merito alla sistemazione della pavimentazione e per tutta riposta oggi ci tocca sentire un assessore che sconfessa il suo sindaco. La verità è che la passeggiata così com’è è un disastro e per giunta non s’intravede all’orizzonte una via d’uscita». «Sinceramente a suo tempo io auspicavo un altro tipo di sistemazione», ha ribattuto pacato Avanzini, «sono andato anche a vedere assieme ad altri colleghi dell’amministrazione alcune passeggiate costruite nel Veneto. Purtroppo la ditta che a suo tempo aveva effettuato i lavori ha preferito riproporre l’utilizzo dello stesso tipo di legante cementizio». Un lifting che non ha risolto gli annosi problemi, con la formazione in varie parti della strada di pozzanghere in caso di pioggia, polvere sollevata al passaggio delle bici e manto sgretolato e rugoso in alcuni punti. «Rimango ancora convinto che l’unica via d’uscita era quella di usare un granulato di porfido con sopra uno strato di alcuni centimetri di una sostanza compattante, tipo resina», ha proseguito l’assessore ai Lavori pubblici confermando che esiste un contenzioso con l’impresa per ciò che concerne l’aspetto economico. Già, perché dopo il primo insoddisfacente lavoro di pavimentazione, svolto in due stralci e terminato dopo un paio di anni nella primavera del 2001, il Comune si era opposto all’intero pagamento dell’opera. Ancora nel gennaio del 2002 rimanevano da erogare alla ditta poco più di 30mila euro, cifra comprensiva della cauzione in possesso dell’amministrazione. Al termine di una lunga trattativa, l’impresa aveva deciso di rimettere mano alla pavimentazione, con risultati purtroppo ancora poco lusinghieri, tanto da costringere ora l’assessore Avanzini ad ammettere pubblicamente l’insoddisfazione per un lavoro non completamente riuscito.

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