Una firma sulla storia. Ieri mattina, nella nuova «sala degli affreschi» di Palazzo Broletto, a Brescia, è stato ufficializzato l’atto costitutivo per la realizzazione, a Salò, del Centro studi e documentazione della Repubblica sociale italiana. I firmatari, Alberto Cavalli, presidente della provincia di Brescia, Ettore Albertoni, assessore della Regione e Giampiero Cipani, sindaco del Comune di Salò hanno, così, portato a compimento un iter durato più di quattro anni, che aveva visto l’impulso iniziale nell’iniziativa della Giunta salodiana e che aveva avuto, tra i sostenitori, l’allora assessore regionale alla Cultura, Marzio Tremaglia, prematuramente scomparso. «Il Centro studi sulla Repubblica sociale – ha spiegato il presidente della Provincia, Alberto Cavalli – è un altro tassello di una Brescia che si interroga seriamente sulla propria storia e cerca di conoscere meglio le proprie radici. Gli anni della Rsi – ha proseguito Cavalli – sono stati anni in cui Brescia ha giocato un ruolo storico particolare, sicuramente di primo piano: non dobbiamo aver paura di affrontarli. Il periodo storico in oggetto – ha concluso Cavalli – è stato certamente tragico e travagliato, ancora vivo nel cuore di molti, ma sufficientemente lontano negli anni per essere esaminato senza alcun spirito di parte». Il nuovo Centro studi, che troverà posto a Palazzo Fantoni, storico polo culturale del Comune di Salò, potrà disporre di due archivi di grande interesse. Il primo è quello ufficiale del maresciallo Graziani, responsabile militare della Rsi: settanta scatoloni di documentazione ancora da archiviare. Il secondo è l’archivio Susmel: 30 scatole già catalogate alle quali vanno aggiunti dieci volumi di sicuro interesse. Oltre a queste due fonti ufficiali si è aggiunto, recentemente, un terzo fondo privato, la cui entità è ancora tutta da valutare. «Si è conclusa la prima fase, i cui presupposti si erano gettati nel 1996 dal mio predecessore, Marzio Tremaglia – ha spiegato Albertoni, assessore alle Culture, Identità e Aautonomie -. Ora bisognerà eleggere gli organismi di governo, ovvero il Consiglio d’amministrazione, il Comitato scientifico e il Collegio dei revisori, per un totale di nove persone». Per costituire quella che è ancora una associazione, ma che dovrebbe, in futuro, secondo gli intenti, diventare una vera e propria Fondazione, la Regione ha stanziato 200 milioni (130 per l’avvio e 70 per l’acquisto del materiale). La Provincia di Brescia ha versato 20 milioni, mentre il Comune di Salò ha contribuito con 30 milioni, oltre alla messa a disposizione del Palazzo Fantoni, quale futura sede. «Mi auguro – ha aggiunto Cavalli – che questo tipo di iniziativa, oltre a costituire un forte impulso per lo studio e la ricerca storica, possa avere una ricaduta positiva sul turismo culturale bresciano, che già è in grado di offrire sul Garda, con il Vittoriale di Gardone, una realtà in grado di richiamare ogni anno centinaia di migliaia di turisti». «Un atto di questo tipo – ha aggiunto il sindaco di Salò, Giampiero Cipani – era doveroso nei confronti della città. In questi anni erano molte le persone, anche straniere, che si stupivano del fatto che Salò non avesse nessuna memoria di quel periodo storico. Ora finalmente questa lacuna è stata colmata: mi auguro che il Centro studi saprà intessere relazioni proficue con le altre realtà di ricerca della provincia e della Lombardia».
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Accordo a tre fra Comune, Provincia e Regione per il Centro studi della Repubblica sociale. Salò valorizza la sua storia recente e investe in cultura
Rsi, occasione per il turismo
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