martedì, Maggio 14, 2024
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Il presidente del comitato per il Parco delle colline attacca il progetto della Fraglia della vela. Accuse al Comune: «Il porto non risolve i problemi del turismo»

«Si cementa anche il lago»

La costruzione della nuova Fraglia vela scatena le ire di Emilio Crosato, presidente del Comitato per il Parco delle colline moreniche del Garda, che non esclude l’ipotesi di adire le vie legali. «Sono a dir poco sorpreso del comportamento sia del Comune di Malcesine e, ancora di più, del Consiglio di Stato», dice Crosato, «che a distanza di nemmeno due mesi si è pronunciato negativamente sui ricorsi presentati sul progetto dal ministero dei Beni culturali e ambientali e dalla Soprintendenza dei beni architettonici e del paesaggio di Verona». «Questa ha cercato strenuamente, come è suo dovere, di difendere in questo caso addirittura il lago: perché qui stiamo realmente arrivando alla cementificazione dello spazio lacuale dopo gli scempi fatti lungo la costa». «L’atteggiamento del Consiglio di Stato», continua il presidente del Comitato, «è ancora più incomprensibile perché proprio questa istituzione ha più volte ribadito che la Soprintendenza e il Ministero “sono titolari del più ampio potere di veto e sono posti a estrema difesa dei vincoli paesaggistici”. Mi domando cosa possa avere provocato un tale mutamento di idee». La posizione di Crosato non è meno critica nei confronti del Comune di Malcesine, «che ha approvato un progetto e che fa parte, insieme alla Fraglia della Vela, della società che lo realizzerà e che modificherà definitivamente il paesaggio». «Stento a capire», sottolinea Crosato, «come si possa realmente pensare di risolvere i problemi del turismo con qualche boa in più; credo farebbero meglio, gli amministratori, a preoccuparsi di non devastare quel paesaggio e quell’ambiente che sono sempre stati la principale ragione dell’afflusso turistico su quest’area. Un’area che sta subendo mutamenti radicali, senza possibilità di ritorno». Analoga critica è riservata dal presidente del Comitato per il Parco all’onorevole Luigi Olivieri (Ds), che aveva presentato un’interrogazione al ministro Urbani domandandogli se era a conoscenza delle ragioni che avevano indotto il soprintendente ad atteggiamenti ostativi al progetto. «Fatico a comprendere come un deputato della Repubblica, che siede in Parlamento in rappresentanza degli interessi pubblici, si sia eretto a paladino di questo intervento devastante per il territorio». Il presidente anticipa che, sulla vicenda, il Comitato ha preparato una memoria scritta che sarà inviata alle istituzione competenti, «ma alla luce di quanto avvenuto non escludiamo nemmeno di ricorrere a un’azione legale; al di là del danno provocato all’intero ecosistema da questa ennesima colata di cemento, ci troviamo di fronte a un’opera che potrebbe diventare una sorta di discarica nel lago per chissà quali tipi di materiali. Chi controllerà, infatti, su ciò che verrà usato e in che modo?». «Siamo tutti convinti che non è così che si affrontano i problemi del turismo del lago di Garda che, in questo modo», conclude Crosato, «corre solo il rischio di essere irrimediabilmente distrutto».

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