«Zona soggetta a videosorveglianza»: a Desenzano sono comparsi qua e là dei cartelli con questa scritta, per ricordare che il Comune ha disposto un sistema di telecamere che tiene d’occhio le zone considerate a rischio. Proprio in questi giorni sono anche stati affissi trecento manifesti che ricordano ai cittadini l’esistenza di questi strumenti di sorveglianza, e informano ciascuno dei propri diritti per la tutela della privacy. Perché la telecamera vede tutto: può smascherare un delinquente, ma anche inquadrare onesti cittadini sorpresi in situazioni in vario modo imbarazzanti, come baci galeotti, dita nel naso, ecc. E allora è giusto spiegare che le immagini riprese non saranno proiettate su maxischermo in piazza, ma viste e utilizzate solo dalle forze dell’ordine per i casi di criminalità. E che la diffusione dei video è impossibile se le persone inquadrate si oppongono a ciò. Prima di entrare nei dettagli della legge sulla privacy, spiegati dagli appositi manifesti, è utile avvisare i desenzanesi su dove siano le telecamere: sono le zone centrali, dove sono concentrati beni culturali, attività e negozi, viavai notturno. In dettaglio, le aree inquadrate sono il municipio, via Roma, piazza Malvezzi, via Papa, piazza Matteotti, via s. Maria, via Carducci, piazza Caduti sul lavoro e, a Rivoltella, il porto e le vie S. Zeno, Parrocchiale e Di Vittorio. Peccato, dirà qualcuno, perché ad esempio il porto di Rivoltella, almeno alla sera, è da sempre luogo di tenere effusioni tra fidanzati. Ma proprio per questo, per rassicurare i cittadini sull’uso che verrà fatto delle immagini, la giunta guidata dal sindaco Fiorenzo Pienazza ha diffuso dei puntuali manifesti informativi. Vi si apprende che della visione delle immagini è titolare il Comando della Polizia municipale, e che responsabile del trattamento dei dati è il comandante in persona. Che nelle aree sorvegliate è obbligatorio, per i Comune, mettere dei cartelli che avvertano tutti della circostanza, e che le immagini registrate saranno cancellate entro sette giorni dalle riprese oppure conservate solo in relazione a illeciti o a indagini giudiziarie o di Polizia. Buono a sapersi, per chi non ha fatto nulla di male: non avrà nulla da temere. In ogni caso, spiega ancora il Comune, l’interessato ha il diritto di conoscere l’esistenza di dati che possano riguardarlo e di averne nel caso una conferma ufficiale; c’è pure il diritto di opporsi al trattamento dei dati, anche nel caso in cui questi venissero conservati in relazione a indagini. Massima trasparenza, insomma, per scongiurare un indesiderato effetto «Grande Fratello». Fatto sta che le telecamere ci sono, e possono inquadrare tutti indiscriminatamente. Che se ne faccia un uso discreto, come impone la legge, è davvero il minimo che si possa pretendere. La videosorveglianza rientra anche a Desenzano in un piano più generale che è quello di garantire maggiore sicurezza ai cittadini. L’esperienza condotta in altri paesi della provincia, come all’estero (dalla Gran Bretagna alla Norvegia), ha confermato che la strada è comunque quella giusta.
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Il sindaco: prevenire i reati senza violare la privacy