giovedì, Maggio 2, 2024
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La sala di proiezione è perduta per sempre, i privati rilanciano il loro progetto. Confermata l’idea: nell’ex cinema bar, mostre e spettacoli

«Stasera tutti al Caffè Alberti»

Un paio di notizie sull’Alberti: non c’è più nessuna speranza che il locale possa riaprire come cinema teatro. Casomai, diventerà qualcosa di diverso: la proposta avanzata da una società privata (quella della discoteca «Fura») è di farne un locale «misto» tra il commerciale e il culturale. Si parla di un bar ristorante che possa ospitare anche mostre d’arte, spettacoli, conferenze, concerti e proiezioni. Per ora è solo una proposta, il Comune non si sbilancia e la valuterà, vedremo. Ma una cosa è certa, e lo ammettono sia la proprietaria dello stabile, signora Patrizia Bergamaschi, che il sindaco Fiorenzo Pienazza: riaprire il cinema è impossibile, perchè per i privati non è un buon affare, e per il Comune un investimento troppo oneroso. «Ristrutturarlo come cinema costerebbe cifre considerevoli – spiega la signora Bergamaschi -. E’ tutto da rifare: ho calcolato che ci vorrebbero 170 milioni di lire per le poltroncine, 90 milioni per l’impianto dolby, 80 milioni per i proiettori, 60 per uno schermo nuovo, ben 200 milioni per i pannelli fonoassorbenti che non ci sono più, 40 milioni per i bagni, eccetera. Spendere per cosa? Se anche io spendessi quei soldi – spiega la proprietaria – poi la gestione di un cinema monosala sarebbe sicuramente in perdita, di fronte alla concorrenza dei vari Oz, Grande Mela e multisala vari». E il Comune? Il discorso è uno solo: il Comune non può comprare e ristrutturare un edificio da 2500 metri quadri in centro storico, e poi accollarsi una gestione in perdita per il cinema. «Ci dispiace, ma non possiamo permettercelo – ammette il sindaco Fiorenzo Pienazza -: per un centro culturale comunale stiamo concentrando la nostra attenzione sul castello. L’Alberti è privato e il nostro spazio di manovra è ristretto: sentiremo le proposte dei privati, e le valuteremo». L’argomento in paese è sentito: la Lega Nord, interpretando il sentimento di tutti, ha raccolto 1600 firme di persone che chiedono al Comune di comprare l’Alberti o di vincolarlo ad attività Comunali. Ma sembra che questa strada non sia percorribile: «Inutile porre un vincolo urbanistico finalizzato a un esproprio, che sarebbe legalmente complicato ed economicamente proibitivo». «Il dato di fatto – spiega Pienazza – è che la proprietaria ha affittato il locale per 12 anni a questa società, che vorrebbe farne un bar ristorante con mostre, spettacoli e attività artistiche e culturali. Questi privati sono anche disposti, per un certo numero di giorni all’anno, a lasciare al Comune la disponibilità dei locali per manifestazioni pubbliche. Valuteremo la proposta appena vedremo un progetto scritto e dettagliato». Sia chiaro, infatti, che un progetto non c’è ancora. I privati hanno scritto solo una lettera di intenti, in cui spiegano: «Il bar ristorante sarà portato ad un utilizzo artistico dello spazio, con mostre di pittura, fotografia, sculture, video, collegamenti via internet, tutto quanto l’arte contemporanea propone oggi». «Aspettiamo un progetto su cui discutere – taglia corto il sindaco – pronti a porre delle condizioni: non vorremmo discoteche, non vorremmo attività di disturbo per i residenti, ci piacerebbe che il Comune potesse partecipare alla programmazione degli eventi culturali nel locale. Ma di comprarlo non se ne parla: è fuori dalla nostra portata».

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