martedì, Maggio 30, 2023
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Storia di Maria Santa regina di generosità

Anche una don­na di Lona­to, Maria San­ta Fran­zoglio vedo­va Delai, ricev­erà il pre­mio «Cit­tà di Bres­cia — Lau­ra Bian­chi­ni», giun­to alla 14ª edi­zione. La cer­i­mo­nia è in pro­gram­ma mart­edì alle 17 al salone Van­vitel­liano di palaz­zo Log­gia. Il riconosci­men­to è sta­to isti­tu­ito nel 1990 dal «Grup­po pro­mozione don­na» e inti­to­la­to a Lau­ra Bian­chi­ni, dep­u­ta­ta bres­ciana del dopo guer­ra, splen­di­da figu­ra di don­na e di polit­i­ca, per la tes­ti­mo­ni­an­za cris­tiana e la ric­chez­za di un impeg­no aper­to al futuro, viati­co più che mai prezioso nel­la sta­gione attuale. Il comi­ta­to pre­siedu­to da Tina Leonzi asseg­na ogni anno targhe d’argento come riconosci­men­to a donne, bres­ciane di nasci­ta o di adozione, ritenute meritevoli per l’impegno di vita coer­ente con val­ori umani e cris­tiani. Alla cer­i­mo­nia di pre­mi­azione saran­no pre­sen­ti anche il Vesco­vo emer­i­to di Bres­cia, mon­sign­or Bruno Foresti, il vice sin­da­co di Bres­cia Giuseppe Onofri e la respon­s­abile del grup­po pro­mozione Doral­ice Vivet­ti. Davvero toc­cante la grande gen­erosità che con­trad­dis­tingue la vita di Maria San­ta Fran­zoglio. Una sto­ria che meri­ta di essere rac­con­ta­ta. Nata a Lona­to il 25 aprile 1956 da papà Enri­co e mam­ma Anna Fontanel­la, è la pri­ma di tre figli: gli altri due sono maschi. Il papà, mor­to due anni fa, era un dipen­dente delle Fer­rovie del­lo Sta­to. San­ta com­in­cia a lavo­rare fin da gio­vanis­si­ma come opera­ia, pur con­tin­uan­do ad aiutare la madre nel­la con­duzione del­la famiglia e nei lavori domes­ti­ci. Conosce così un gio­vane, Gio­van­ni Delai, che lavo­ra nelle officine di un fab­bro lonatese. Fra loro nasce un pro­fon­do legame affet­ti­vo che diven­ta presto amore, incor­ag­gia­to anche dal­la comune pas­sione per le escur­sioni in mon­tagna, sper­i­men­tate, le prime volte, nei campi estivi orga­niz­za­ti dal­la par­roc­chia. A soli 19 anni San­ta si sposa con Gio­van­ni. Accetta di vivere con i gen­i­tori del mar­i­to e ben presto rin­un­cia al pro­prio lavoro per dedi­car­si con abne­gazione alla neces­sità del­la famiglia. In par­ti­co­lare si prende cura del­la suo­cera infer­ma, costret­ta alla dial­isi. L’arrivo delle pic­co­la Eri­ca por­ta altre serie pre­oc­cu­pazioni, ma la vita la colpisce dura­mente con la perdi­ta improvvisa del mar­i­to Gio­van­ni, scom­par­so a soli 44 anni, uni­co sosteg­no eco­nom­i­co del­la famiglia. Con incred­i­bile gen­erosità e forza d’animo Maria San­ta con­tin­ua comunque a occu­par­si dei suo­ceri ammalati e del­la mam­ma vedo­va, garan­ten­do loro un assis­ten­za amorev­ole e una dedi­zione enco­mi­a­bile. Una vita dunque tri­bo­la­ta, qua­si una mis­sione. Oltre a Maria San­ta Fran­zoglio Delai, ricev­er­an­no il pre­mio «Cit­ta di Bres­cia» Maria Andreina Ceni­ni Rossi­ni, Maria Tere­sa Valsec­chi, Rober­ta Mas­set­ti Ram­era e Luig­i­na Cervieri Sara­mon­di.

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