mercoledì, Maggio 1, 2024
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Avrà sedi a Bardolino e Peschiera la costituenda Scuderia Laverda del Garda che parteciperà alle rievocazioni di gare in salita e circuito Commosso incontro tra piloti, meccanici, direttori sportivi e appassionati Care, vecchie moto!

Storia e cultrua

Nel Triveneto, subito dopo l’ultima guerra, sorsero e subito si affermarono alcune case produttrici di motociclette come Laverda, Aerocaproni, Capriolo e Ceccato. Al vecchio aeroporto del Chievo si è assistito, alcuni giorni fa, promosso dalla rivista «Motociclismo», a un revival in grande stile di alcuni grandi piloti degli anni Cinquanta che appunto resero famosi questi mezzi. La storia di queste piccole motociclette, con cilindrata comprese per lo più tra 75 e 125 centimetri cubici, fu scritta in particolare nelle gare di regolarità e di gran fondo allora in voga come «Le Valli Bergamasche», la mitica «Milano-Taranto» e il Motogiro d’Italia a tappe organizzato con grande successo da «Stadio» negli anni dal 1953 al ’57. In queste competizioni su strade aperte, con moto derivate da quelle di serie, la qualità e le prestazioni della produzione italiana e in particolare delle fabbriche trivenete divenne fonte di rilevanti successi commerciali. Un decennio, quello che è intercorso tra il 1950 e il ’60, che vide all’attenzione di tutta Europa quelle scelte tecniche di avanguardia che qualche anno prima, in modo analogo, erano state proposte da Vespa e Lambretta con scooter rimasti imperanti a livello mondiale per design e funzionalità. Ebbene alla manifestazione svoltasi al Chievo, resa possibile in quanto alcuni soci dell’Aeroclub sono appassionati motociclisti, va riconosciuto il merito oltre che di aver fatto incontrare i rispettivi capi meccanici, direttori sportivi e altri, anche quello di aver offerto l’ottimo livello di efficienza di mezzi originali e altri restaurati che costituiscono un patrimonio tecnico e sportivo di notevole valore. È stato compito del direttore di «Motociclismo» Carlo Perelli, porgere un caloroso saluto ai piloti presenti all’incontro: dai trentini Nino Castellani, Lino Marchi, Jolao Stringhetto a Gennunzio Silvagni di Forlì, dal gruppo vicentino rappresentato da Antonio Zin, Gino Marchezzolo e Vittorio Zito al recordman Orlando Ghiro che conquistò per la Ceccato ben dieci record mondiali. Un commosso ricordo è stato rivolto anche ai piloti scomparsi veronesi della Laverda, Italo Carboncini e Carlo Mattiello, di cui sono state proposte, con filmato dell’ingegner Pietro Laverda, delle suggestive immagini del Motogiro sia del 1953 che dell’anno successivo. Sono comunque ancora molti i veronesi che ancor oggi si ricordano i memorabili duelli di questi personaggi sulla salita delle Torricelle e nella Verona-Boscochiesanuova. L’incontro di Boscomantico è stata anche occasione per dare risalto all’aspetto tecnico, soprattutto nelle prove di accelerazione sulle piste nord dell’aerodromo con manto cementizio ancora in buone condizioni. Con emozione sono stati ascoltati non pochi motori capaci di oltre diecimila giri al minuto e tali da consentire velocità superiori a 120 chilometri all’ora nonostante la ridotta lunghezza della pista. Una festa dei motori con in primo piano il motoclub «Giulietta e Romeo» di Verona che associa quasi duecento appassionati di moto d’epoca e la costituenda scuderia Laverda del Garda, che sarà pienamente operativa a partire dal prossimo anno con sedi a Bardolino e Peschiera, ma che già oggi può contare su un valido gruppo di giovani i quali partecipano, con grande spirito di emulazione, a tutte le rievocazioni di corse in salita o in circuito soprattutto per non dimenticare le diverse gare che si svolgevano nel Veronese.

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