mercoledì, Giugno 7, 2023
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Studio Araldico dello stemma di Sirmione — Il grifo

Per la rubri­ca di Araldica: “un paese, uno stem­ma (e non logo)”, questo mese ci fer­mi­amo nel­la splen­di­da Sirmione (sul Gar­da bres­ciano). “Paene insu­larum, Sirmio, Insularumque/ ocelle, quas­cumque in liquen­tibus stagnis/ marique vas­to…”. Ovvero: “Sirmione, per­la delle penisole e delle isole, di tutte quante, sul­la dis­te­sa di un lago traspar­ente o del mare sen­za con­fi­ni…”. Così il miti­co Gaio (o in lin­gua orig­i­nale: Gaius Valerius Cat­ul­lus; Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.), nel Carme XXXI, descrisse Sirmione, dove sog­gior­na­va durante i suoi peri­od­i­ci allon­tana­men­ti da Roma.   Mi aspet­ta­vo di trovare nel­lo stem­ma del comune lacus­tre un seg­no forte che iden­ti­fi­cas­se com­pi­u­ta­mente la cit­tad­i­na bena­cense, invece ecco nel­lo scu­do apparire un gri­fo ala­to.   Va det­to, però, che lo stem­ma è rego­lar­mente a nor­ma (uno dei pochi in Italia), anche se nel­lo statu­to comu­nale, approva­to il 29 dicem­bre 1999, non c’è trac­cia del­lo stem­ma e del gon­falone, pur citati. Comunque, l’en­tra­ta in vig­ore del­la legge n. 142 dell’08.06.1990, ora esec­u­ti­va, ha fat­to scattare il diritto/obbligo per comu­ni e province di dotar­si di appos­i­to statu­to, sul quale va ripor­ta­to, tra gli ele­men­ti iden­ti­fica­tivi pro­pri del­l’ente locale, la descrizione del­lo stem­ma e del gon­falone.   Lo stem­ma fu approva­to durante l’am­min­is­trazione del­l’al­lo­ra sin­da­co di Sirmione Mario Arduino, dal Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca Oscar Lui­gi Scal­faro, con­trofir­ma­to dal Pres­i­dente del Con­siglio Car­lo Azeglio Ciampi, in data 29 luglio 1993. Il decre­to pres­i­den­ziale, con le minia­ture del­lo stem­ma e del gon­falone, fan­no bel­la mostra nel­l’uf­fi­cio del­l’at­tuale sin­da­co . Curioso è il fat­to che, men­tre nelle strade prin­ci­pali che por­tano alla cit­tad­i­na, com­pare rego­lar­mente, accan­to al nome di Sirmione, lo stem­ma uffi­ciale, sul­la car­ta intes­ta­ta del comune garde­sano, sulle bandiere, sulle portiere delle autovet­ture del comune e altro, com­pare, invece, un logo volu­to nel 2007 dal sin­da­co Mau­r­izio Fer­rari e ideato dal grafi­co Mar­cel­lo Bel­let­ti. Un logo molto bel­lo, mod­er­no, esplica­ti­vo, ma asso­lu­ta­mente inuti­liz­z­abile nei doc­u­men­ti uffi­ciali.   Ma tor­ni­amo ora al “nos­tro” gri­fo ala­to, che fa bel­la mostra di sé nel­lo stem­ma uffi­ciale. Per­ché pro­prio un gri­fo ala­to? Presto, tutte le famiglie del comune ricev­er­an­no una pub­bli­cazione dove lo stem­ma sarà illus­tra­to, con i doc­u­men­ti del caso, a par­tire dai pri­mi anni del sec­o­lo scor­so, quan­do Sirmione negli atti uffi­ciale era anco­ra nom­i­na­ta come “Sermione”.   Il gri­fo (o gri­fone) ala­to è una figu­ra immag­i­nar­ia. Vuole sim­bo­leg­gia­re la cus­to­dia e la vig­i­lan­za. Infat­ti, nel­lo stem­ma araldico del cor­po del­la è raf­fig­u­ra­to il gri­fo che appog­gia le sue zampe su un forziere. Bel­la anche la scrit­ta pos­ta sot­to lo scu­do: “Nec Recisa Reced­it“ ovvero: “Neanche spez­za­ta retro­cede”. Ques­ta frase lati­na appar­tiene alla vas­ta collezione dei mot­ti ideati da . Fu pro­prio il Vate, nel 1920, a fare dono alla Guardia di Finan­za di una sua , con scrit­to: “Alle Fiamme Gialle, onore di Fiume, Nec Recisa Reced­it, Fiume d’I­talia, 1920 Gabriele d’An­nun­zio”. La frase divenne nel 1933 il mot­to uffi­ciale del­la Guardia di Finan­za, ripor­ta­to sul­lo stem­ma araldico. E il gri­fo ala­to tor­na bel bel­lo anche nel­lo stem­ma sirmionese. Il libret­to che le famiglie di Sirmione ricev­er­an­no, edi­to dal­la nos­tra casa editrice che pub­bli­ca Gn — Gar­dan­otizie, avrà il patrocinio del comune di Sirmione, del­la Provin­cia di Bres­cia (Asses­so­ra­to al Ter­ri­to­rio) e del­l’As­so­ci­azione dei Comu­ni Bres­ciani. Sarà pre­sen­ta­to uffi­cial­mente alla popo­lazione, con la pre­fazione del sin­da­co Alessan­dro Mat­tin­zoli e soprat­tut­to ai ragazzi delle scuole, estrema­mente ricettivi e sen­si­bili alla sto­ria e alle pro­prie radi­ci.

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