martedì, Maggio 14, 2024
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A Desenzano un dibattito su informazione e democrazia promosso dal coordinamento provinciale Margherita. Gad Lerner: «Speriamo che Murdoch dia uno scossone a Rai e Mediaset»

«Tv in crisi perchè manca la concorrenza»

A poche ore dalla discussione in Parlamento del ddl Gasparri di riforma della Tv, il coordinamento provinciale della Margherita ha invitato a Desenzano l’on. Paolo Gentiloni e il giornalista Gad Lerner ad un incontro sul tema «Informazione e democrazia nell’epoca della televisione». All’on. Gentiloni – responsabile nazionale media e informazione della Margherita – l’arduo compito di delineare la situazione presente: «Per parlare del duopolistico sistema televisivo italiano uso spesso il paragone dei due dinosauri siamesi: oggi Rai e Mediaset sono pericolosamente simili. Quale dei due è il servizio pubblico? L’isola dei famosi o Maria De Filippi? Striscia la Notizia o il Bonolis degli Affari tuoi? Panariello o Buona Domenica? Difficile stabilirlo, soprattutto da quando si è confuso il termine di servizio pubblico con quello di azienda pubblica. Le conseguenze palpabili del duopolio italiano sono la scarsa qualità dei programmi, la spartizione feroce degli spazi e la poca libertà di espressione». Il recente episodio di censura del programma satirico Raiot di Sabina Guzzanti, che ha scatenato le vivaci reazioni di entrambi gli schieramenti politici ha, secondo l’on. Gentiloni, evidenziato «la triste situazione in cui versa la televisione italiana: è possibile ridurre il tutto ad un dibattito sui confini estetici della satira? La legge Gasparri sancisce la resa dello Stato italiano dinnanzi allo strapotere mediatico del premier. Dopo un inseguimento durato anni e alcuni tentativi di arginare il suo monopolio (la legge Mammì e la legge Maccanico) oggi potrebbe essere sancito definitivamente lo stato di fatto, addirittura tutelandolo anche per il futuro, quando il cosiddetto terrestre-digitale diventerà operativo». Gad Lerner ha scelto di parlare in «difesa» del premier. La realtà secondo Lerner è che Berlusconi è realmente impossibilitato a cedere anche una sola delle sue reti, pena lo sgretolamento di tutto il proprio network nato per esistere esclusivamente in un sistema monopolistico. Poiché in Italia, come l’esempio di La7 dimostra, non esiste un imprenditore in grado di contrastare realmente i «due dinosauri siamesi» non resta, secondo Lerner che sperare che il pescecane Murdoch rilanci la concorrenza in Italia. Uno scenario preoccupante, dover attendere dall’esterno una soluzione a problemi nazionali. D’altronde la legge Gasparri impedirà di fatto alle reti locali (1.400 realtà diffuse sul territorio) di guadagnarsi uno spazio superiore a quel 2 o 3% che viene loro concesso ora, come ha dichiarato Virgilio Baresi, presidente di Rete Brescia, una delle Tv più attive e innovative della nostra provincia, promotrice tra l’altro del primo Tg multietnico bresciano. A chi tra il pubblico ha auspicato l’intervento in extremis di Ciampi per bloccare l’iter della legge, Lerner ha risposto che benché ve ne siano indizi, ciò avrebbe effetti talmente dirompenti sulla stima unanime di cui il Presidente della Repubblica gode ora, modificandone l’immagine di servitore dello Stato costruita con sincera convinzione in tutti questi anni, da renderla quasi irrealizzabile. Uno strumento per rendere più consapevoli gli elettori dell’attuale monopolio berlusconiano può essere il rendere noti quei famosi dati sugli investimenti pubblicitari, la cui divulgazione televisiva è costata a Sabina Guzzanti la sospensione del programma. Negli ultimi anni, pur essendo in atto una pesante recessione economica, molte aziende hanno deciso di concentrare i diminuiti fondi destinati alla pubblicità prevalentemente su Mediaset, rendendola di fatto, l’unica azienda che in questi anni ha incrementato il proprio fatturato.

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